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DI NOSTRADAMUS E DI UNA SUA POCO NOTA ISCRIZIONE

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• l a M w l i

M

NC. XVI)

creduto: la calunnia sapientemente manovrata ha

fatto la sua opera, ed ora la diffamazione dilaga.

Il miracoloso veggente di poc’anzi è ora un volgare

imbroglione, o peggio, un sinistro negromante ed

alle denigrazioni dei soliti invidiosi impotenti e ma­

levoli che stillan odio contro chiunque conquisti il

successo, fanno coro, com’è naturale, i colleghi dan­

neggiati nei loro interessi e colpiti nel loro amor

proprio. Libelli diffamatori alimentano la subdola

campagna di discredito: ad Avignone (1558) è pub­

blicata ad opera di certo Lorenzo Vidal

una décla-

ration des abus, ignorances et séditions de Michel

Nostradamus

ed a Parigi, un fanatico calvinista lo

chiama, in un suo scritto,

monstre d’abus.

Nostradamus, amareggiato dal tradimento di

vecchi amici e dall’ingratitudine dei beneficati, tor­

mentato dalla gotta, si chiude nella solitudine altera

propria agli uomini superiori ed incompresi, e trova

conforto alle sofferenze morali e fisiche nell’amore

dei famigliari e nell’assidua amicizia del fedelissimo

Jean-Aimé de Chavigny, l’allievo prediletto che

abbandona tutto e tutti pur di stare accanto al

venerato maestro.

Nuovi avvenimenti incalzano.

Il i° luglio 1559 in un torneo corso a Parigi

durante i festeggiamenti celebranti il fidanzamento

del Duca Emanuele Filiberto di Savoia con Marghe­

rita di Valois sorella del Re, ed il matrimonio del

Re di Spagna Filippo II, rappresentato dal Duca

d'Alva, con Elisabetta di Francia, figlia del Re, il

Sovrano stesso, Enrico II è colpito accidentalmente

al capo dal Conte di Montgommery; la ferita appare

subito di allarmante gravità, le cure si rivelano inef­

ficaci, ed il Sovrano spira dopo dieci giorni di soffe­

renze crudelissime. Appena la funesta notizia è nota,

la XXXV» Quartina della I» Centuria delle Profezie

Nostradamusiane, è sulla bocca di tutti. Eccola:

Le lion jeune, le vieux sormonterà

En chmmp bellique, pmr singnlier duel

Dcns cmge d’or les yeux ìm arivera,

Demxdetssesmie, fms mottrir, morierudii

Ognuno trova in essa l’esatta predizione della

Reale tragedia, ed i nemici del veggente ne approfit­

tano per ribadire ai suoi danni le accuse di strego­

neria. L’interpretazione della quartina, per quanto

scritta quasi tre secoli dopo da Le Pelletier (18),

ci può illuminare sulle curiose concordanze esistenti

fra la sciagura e la profezia: il giovane Leone (Mont­

gommery) sormonterà (atterrerà) il vecchio leone

(Enrico II) in campo bellico, durante una singolar

tenzone; lo accecherà in una gabbia d’oro (cioè me­

diante un colpo di lancia portato attraverso la vi­

siera d’oro dell’elmo)... il leone vecchio morirà di

morte crudele.

Al ritorno dall’incoronazione del nuovo Re Fran­

cesco II, il Duca Emanuele Filiberto si trattiene a

Salon causa le cattive condizioni sanitarie del Pie­

monte (19): la Principessa sua sposa lo raggiunge

nel dicembre 1599 ed è ricevuta dai Salonesi col

severo fasto consentito dal recente lutto: Nostrada­

mus compone in tale occasione alcune felici iscri­

zioni latine e compare fra i notabili che porgono a

Margherita di Savoia l’omaggio della Città. L’Au­

gusta Signora, colta, amante delle lettere sì da essere

chiamata la Pallade di Francia, durante la sua breve

permanenza al castello deU’Emperi, non disdegna

intrattenersi col dotto medico (20). Nel gennaio

seguente (1560), scomparsa la peste da Nizza, la

Duchessa riprende la via per i suoi Stati, accompa­

gnata dal Duca suo consorte.

L’eco della profezia sinistramente avveratasi non

r. •• •

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