

DI NOSTRADAMUS E DI UNA SVA POCO NOTA ISCRIZIONE
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Bastioni tU vit dai Duca Lodante
(1461). - D E
Bastioni elevati da F ru tta to
/ (1336).
• F
Porta Fibellona o del Castello. •
G Porto
Marmorea.
- H
Porta Turrianiea o Susina. -
I
Porta Palatina.
• a
P iana Castello.
- b
Chiesa d i S. Giovanni
(
Cattedrale
). • c
Torre del Comune.
-d
Chiesa diS.D om .- r Chiesa della B. V. Consolatrice (Consolala).
• f ( b
Piattaforme costruite
dai frantesi
1336.
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(U pianta ialcraa » traila dall* I* Tav. “ La CMU éi Tarla» aal HM „ e U ctatara M kaalioai »
la II* Tav. “ Mara M ia Cittì
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Tarla* aal Mtt • UM« Tarla
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i l Mi i r t i ParaMU - Tarla», UH)
Villa la Vittoria, si son rinchiusi in un alto muro e
sono diventati orti e frutteti, e l’edificio, dimesso e
disadorno come una comune casa di campagna, è
frazionato in alloggi, affittati per lo più ad operai ed
artigiani: a quanto mi è stato detto, vi sono all'in
terno alcune camere ornate di stucchi ancora ben
conservati, una sala colla volta frescata, ed in can
tina era scavato un pozzo colmato di recente: sopra
di esso un’apertura quadrata permetteva di attin
gere acqua dalla stanza a terreno retrostante la
scala.
L'accesso abituale allo stabile
è posto verso via Michele Les-
sona, ma sulla strada della Pel»
lerina, costeggiarle il Canale o-
monimo, un'erma di pietra, simil*
a quelle indicatrici di strade col
linari, segna colla scritta:
Villa
la Vittoria ietta il Morosxo,
il
vecchio ingresso che, per mezzo
di un ponticello gettato sul ca
nale, ed una rampa in orìgine
carrozzabile e fiancheggiata da
alberi, adduce al rustico me
diante una porta carraia: vicino
ad essa, verso la strada, una
dicitura molto sbiadita, indica:
Vecchia strada.
Dal portone si
esce in un primo cortile avente
carattere e destinazione eminen
temente rurali: da esso due can
celli introducono in un altro cor
tile fronteggiante gl’ingressi alle
abitazioni.
Nel complesso umile, privo di
caratteristiche salienti, cerchiamo
invano qualcosa di visibile che
ci richiami al tempo ed
so-
naggio che c’interessano.
Solo una cappelletta, distante dal caseggiato una
diecina di metri, attesta una remota agiatezza: il pio
luogo sfregiato, deturpato, ridotto a magazzeno
per
frutta ed ortaglia, ha sofferto più d’ogni altro la
inclemenza del tempo e l’incuria degli uomini, ma
in esso, abbiamo trovato la traccia del Nostradamus,
scienziato e credente, mago e profeta, immortalato
dalla tradizione, traccia spirituale
sentita,
nell’atmo
sfera infinitamente triste dello squallido
tempietto
sconsacrato, come il sottile aleggiare di
una mistica
presenza.
II.
U
n rapido riassunto biografico (io), sfrondato, per
quanto èpossibile,da ciò che è incerto o leggen
dario, ci permetterà di vedere nella sua luce e nel
suo ambiente l’eccezionale ed enigmatico perso
naggio, dai suoi e dai nostri contemporanei, con pari
passione studiato e discusso, esaltato e vilipeso.
A Saint-Remy-en-Crau, ridente cittadina pro
venzale d’origine ligure, la Romana
Glanmm
sorta
sulle rovine della colonia greca Glanon, e consacrata
alle vittorie di Roma con un Arco di Trionfo, Michele
di Nostradamus nasce alla vita terrena, il giorno
14 dicembre 1503, durante una fiera pestilenza; il
padre, notaio Jacques de Nostro-Dame, d’orìgine
italiana (zi), e la madre. Renata di Saint-Remy,
entrambi ebrei costretti al cattobcàmo, hanno per
lui k prime cure, ed i sonai, fid ic i assai rapatati,
gli apprendono i primi ele;uenti del sapere (za)
Studia poi matematiche, diritto e filosofia ad Avi*
gnone e frequenta a Montpellierla facoltàdiMedicina.
La peste improvvisamente abbattutasi sulla Pro
venza (1523) porge occasione al giovane «tintali»
d’iniziare, secondo l’uso del tempo, la pratica pro
fessionale prima di avene, col titolo, l 't “
autorizzazione. Mosso da un’jrrrriitibik
egli si getta arditamente nella lotta contro il i
lo insegne, insensibile all’orrore e
rischio, ad Avignone (1536), a
Narbona, Bordeaux, attraverso città
tdrsolstr, e si !*""***%" instancabile
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Cessato il contagio (1529)
a Montpellier per conseguire la
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