

Dopo meaac secolo:
L'Esposizione del 1884 e la costruzione
del Borgo Medioevale
L J o sott 'occhio la
Guida Ufficiale dell'Esposizione
* *
Generale Italiana in Torino,
1884, con «brevi
cenni anche sulla città e dintorni »: un volume di
351»pagine, rilegato in tela rossa con impressioni in
argento; sulla copertina, gli stemmi d ’Italia e di
Torino semi contornati da ramoscelli d ’alloro; edi
zione dell’Unione Tipografico-Editrice che aveva sede,
allora, al numero 33 di via Carlo Alberto.
È un caro, preziosissimo libro che ci fa fare un
tutto nella vita nazionale e cittadina di cinquant’anni
addietro. Solo mezzo secolo? A ripensarci, si direbbe
ùn[x>ssibile che sì breve tempo sia bastato per tras
formazioni tanto profonde. La Nazione aveva meno
di ventinove milioni d’abitanti, secondo il censi
mento dell’81. I suoi possedimenti d'oltre mare si
'limitavano ad Assab, non ancora colonia, ma solo
indizio di colonia,
stazione navale, semplice approdo
con sei piccoli villaggi. Roma aveva 300.467 abi
tanti, Napoli 494.314, Milano 321.839. Torino non
ne contava che 252.832.
Era la Torino dai dieci ponti (ora, sul Po, sulla
Dora e sulla Stura, tra pubblici e privati, in pietra,
in muratura, in cemento armato, in ferro e in legno,
sono complessivamente trenta) e uno di essi, sul Po,
intitolato a Maria Teresa — sostituito nel 19 11 col
maestoso Ponte Umberto I — era di ferro, sospeso,
lungo 180 metri, col tavolato a dieci metri dalle
acque, sorretto da 198 spranghe; opera dell’archi
tetto Paolo Lehaitre di Chartres.
Era la Torino romantica dai tranvai a cavalli e
dagli omnibus, gli uni e gli altri con linee urbane
e intercomunali. Ancora nel 1869 — informa il
Baricco nella sua pubblicazione di quell’anno — il
servizio degli omnibus nell’interno della città comin
ciava alle otto del mattino e non andava più in là
delle nove di sera. Nell’84 v erano già dodici linee
Wks
•
______ ___