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gli Ufficiali dei gradi più elevati e in quelli

di Stato Maggiore fosse la ragione princi­

pale della sconfitta.

Era quindi naturale e logico il ritenere

che, se tale difetto aveva dato Custoza, Sa-

dowa fosse figlia del sapere; onde gli oc­

chi di tutti si appuntarono sulla Prussia per

avere spiegazioni del prodigio. Si credette

di riconoscere, che i valenti generali e il

maraviglioso Corpo di Stato Maggiore del

Re Guglielmo dovevano la vittoria al te­

soro di coltura militare ed anche civile, on-

d'erano forniti, e che questo era stato at­

tinto non già agli ordinari istituti rispon­

denti alla nostra Scuola militare, alla no­

stra Accademia, alla Scuola d ’ applicazio­

ne, ma a un Istituto speciale, superiore a

tutti, denominato

Kriegsakademie,

ossia

Accademia di guerra, in cui gli Ufficiali

scelti di tutte le armi, dopo un certo tempo

di servizio nei corpi, percorrono un corso

triennale di alti studi militari e civili.

Or bene l ’ Italia ha il merito di aver su­

bito intuito questa verità, e d ’ aver fin dal

1867 cercato in una istituzione analoga

alla

Kriegsakademie,

quale è la nostra

Scuola di guerra, una migliore preparazio­

ne allo Stato maggiore, e ai supremi co­

mandi dell'Esercito.

Riordinandosi il Corpo di Stato maggio­

re, con R. decreto 11 marzo 1867, nel ti­

tolo IV, art. 27-29, istituivasi infatti una

Scuola superiore di Guerra.

Con note e circolari ministeriali si prov­

vide al suo funzionamento dal 1867 al

1871, nel quale anno si pubblicò il primo

regolamento organico, desunto dall’espe­

rienza del primo quadriennio della Scuola.

Or sono cinquant anni per la prima volta

entravo nella Scuola di Guerra, ove tra­

scorsi quarantadue anni della mia vita nel­

l’insegnamento, in cordiale armonia coi

Comandanti, i Colleghi e gli Ufficiali al­

lievi. Ebbi l ’onore di annoverare tra questi

il compianto Maresciallo d’ Italia Armando

Diaz, tutti gli altri Marescialli e numerosi

Generali che in pace e in guerra illustra­

rono e onorano l’ Esercito italiano. Non

recherà quindi meraviglia, ch’ io mi sia ac­

cinto con particolare compiacimento a ri­

cordare nella Rassegna di Torino la Scuola

di Guerra, questo supremo Ateneo milita­

re, gloria dell’Esercito e lustro della città

nostra che l ’ospita fin dalla sua fondazione.

E’ breve lo spazio che la Rassegna mi

concede ; spero tuttavia di poterne ricordare

le origini, tratteggiarne il carattere e gli in­

tenti. indicare le condizioni di ammissione,

riassumere l ’ordinamento degli studi e no­

tare con i vantaggi, che la legge concede

agli Ufficiali diplomati dalla Scuola di

Guerra, quelli assai maggiori che ne deri­

varono all'Esercito e al Paese, il quale con­

fida tranquillo e sicuro nel patriottismo,

nell’ intelligenza e nel valore de’ suoi U f­

ficiali.

I. Origini della Scuola di Guerra

Custoza e Lissa nel 1866 furono causa di

sconforto profondo, ma valsero pure di so­

lenne ammonimento.

Molteplici senza dubbio erano state le

cause della dolorosa disfatta; ma le vitto­

rie fulminee della Prussia radicarono in

tutti la convinzione, che il difetto di istru­

zione nell’ Esercito e più specialmente ne-