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Ìone. Con decreto 30 dicembre 1923, mo
dificato il 16 marzo 1925, fu riordinato l ’ i
stituto, e con decreto 16 marzo 1928, es
sendo Ministro della guerra il Duce del Fa
scismo e dell'Italia rinnovata, Benito Mus
solini, venne approvato il Regolamento
vigente, ispirato ai criteri che avevano pre
sieduto alla fondazione della Scuola con le
variazioni suggerite dall’ esperienza e dalle
condizioni dei nuovi tempi.
11. Carattere e intenti della Scuola di
Guerra
La genesi della nostra Scuola di guerra
potrebbe bastare a spiegarne l ’ intento e a
definirne lo spirito; ma i decreti reali, le
relazioni ministeriali ed i regolamenti esclu
dono qualsiasi dubbio al riguardo.
Il Ministro della guerra, generale Cugia,
nella relazione che precede il R. decreto
11
marzo 1867, con cui si istituiva la Scuo
la di guerra, così si esprimeva : « Il prò-
«
getto di riordinamento del Corpo di Stato
« maggiore, combinato con l ’ istituzione di
«
una Scuola superiore di guerra, risponde
« al triplice concetto :
1
° di ritornare tem-
« poraneamente gli Ufficiali di Stato mag-
« giore alle pratiche del servizio nell*interno
« dei Corpi ; 2" di diffondere nei Corpi stes
ti si l ’ istruzione scientifica per mezzo della
« temporanea permanenza in essi d ’Uffi-
« ciali dotati di speciale coltura ; 3" di
« schiudere a tutti gli Ufficiali intelligenti e
« volonterosi un adito al miglioramento
« della loro carriera col solo mezzo, che in
«
tempi ordinari può dar diritto a tale van
ta g g io , lo studio».
La relazione del Ministro della guerra,
generale Mezzacapo, del 26 ottobre 1876,
l ’ articolo 58 del testo unico delle leggi di
ordinamento dell’esercito del 14 luglio
1889 e tutti i regolamenti successivi ripe
terono a un dipresso la stessa forinola, in
vertendo solo gli intenti della Scuola. Così
infatti si esprime l ’ art. I del Regolamento
vigente ( 1928) : « La Scuola di guerra è
« istituita per l ’elevamemo della coltura
« professionale degli Ufficiali delle armi di
« fanteria, cavalleria, artiglieria e genio, e
« per abilitare gli Ufficiali al servizio di
« Stato maggiore ».
Da queste dichiarazioni ufficiali si rileva
adunque :
I
che la nostra Scuola di guerra non è
un istituto di maggiore coltura per l ’uni
versalità degli Ufficiali, di guisa che debba
no esservi ammessi tutti o almeno quanti
vogliano frequentarla, per meglio estende
re e approfondire le loro cognizioni militari
e civili;
2"
che la Scuola di guerra non è una
scuola tecnica superiore ; perciò i suoi studi
non devono essere «
.w.Ai^arati con quelli che
si compiono negli istituti, i quali mirano a
formare Ufficiali dotti in armi speciali.
La Scuola di guerra invita a un concorso
tutti gli Ufficiali che abbiano già dato pro
va nei servizi normali di ottime qualità mi
litari, disposta ad accogliere i migliori nel
massimo numero consentito dalle pratiche
esigenze dell’ insegnamento. Accolti, li
istruisce, li prova e ne fa la selezione.
A che tendono gli studi? Anzitutto, sen
za dubbio, a formare Ufficiali fomiti di
un’alta coltura generale professionale; im
perocché tutti sanno che la tattica, la logi
stica, l ’organica, la sterna e la geografia
militare, la poliorcetica, la topografìa, ecc.,
apprese nella Scuola e nell'Accademia mi
litare, sì per l ’età giovanile e per difetto di
precedente preparazione, come per la bre
vità del tempo disponibile e la mancanza
di esperienza militare, non hanno radici
profonde nè estese, e consistono in ripeti
zioni superficiali delle lezioni e del testo
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