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Il Rocciamelone richiama la tradizione di lanciò una grossa forma di pane, scioglien-

Rotario d ’Asti, che, prigioniero dei mussul- do in pari tempo un cane che aveva portato

mani, durante le Crociate avrebbe fatto nascosto sotto il proprio mantello : ed ecco

voto, se riprendeva la libertà di erigere una l ’animale, per impadronirsi del pane, per-

cappella su quella cima ch’egli, condivi- correre da un’estremità all’altra il nuovo

dendo l ’errata opinione del tempo, riteneva ponte.

la più alta delle Alpi. Tornato in Piemonte,

Figurarsi l ’ira del diavolo! Avrebfc? vo-

imprese la salita e, arrestatosi dapprima a luto distrugger subito la sua costruzione;

2868 metri, fece costruire un rifugio cui diè ma San Martino, inoltratosi lesto, piantò sul

il nome di Casa d’Asti; guadagnata infine parapetto una croce e Satana sparì,

la vetta, vi creò, scavata nella roccia, una

Al diavolo, la fantasia popolare argo-

piccola cappella terminata nel settembre menta che si debba pure il bellissimo Ponte

de! 1358.

del Rocc, sulla Stura, a un quarto d’ora da

Lanzo, eretto nel 1379, ad arco gotico, lun­

go sessantacinque metri e largo più di due.

11 Ponte del Diavolo

\ questo punto può affacciarsi un pro­

blema. Di dove hanno orip u leggende?

D ’una ingenua comicità è la leggenda Ch’esse abbiano una comune provenienza,

che attribuisce la costruzione del ponte di anche quelle che sembrerebbero determina-

Pont St. Martin nientemeno che al diavolo, te j a circ0stanze tipicamente locali, è pro-

per commissione del vescovo di Tours, San vnto j ai fatto che identiche favole si trovano

Martino.

ripetute in paesi molto lontani fra di loro e

11 vescovo, trovandosi in viaggio per Ro- pre8SO pop^i £ ra2Za, di tradizioni, di co­

ma, costretto dalle pioggde a fermarsi all’in- 8tumj assolutamente diversi,

presso della Valle d’Aosta, dove il Lys si

pCTesempio, lo stesso racconto di Pont

scarica nella Dora Baltea, pensò di giocare gaint Martin si ritrova, con poche varianti,

a Satana una beffa astutissima, inducendolo ne|a leggenda celtica. Al posto di S. Mar-

a gettare in una notte (sul torrente in piena t;no c"c San Cadoco, pontefice, il quale, de­

di cui le acque aypvano divelto il fragile e sperando congiungere al continente, me-

basso ponticello di legno) quel mirabile Piante un pontCt una piccola isola dell’arci-

ponte Romano, che sorge a ventidue metni pelago del Morbihan, abitata da gente

sul fondo della valle, con una larghezza di esemplarmente devota, aveva già avviata

oltre quattro metri e mezzo da un parapetto l'opera che il diavolo si divertiva ad incep-

all altro, a un solo arco, e con più di tren- pare, frapponendo ogni sorta d’ostacoli,

tacinque metri di corda, « misura » dice il

Che fa il Pontefice? Sfida Satana a man-

Promis « che supera quella di tutti i ponti dare a termine la costruzione, imitando, o

costruiti sotto la Repubblica ».

precedendo, il gioco sottile di San Martino ;

Richiesto dal vescovo che cosa pretende- promettendo cioè all’avversario di cedergli

va in compenso, il diavolo rispose esigendo « il primo che passerà sul ponte ». Eretto il

che gli appartenesse « il primo che vi sareb- quale, il religioso dà la libertà a un gatto

be passato sopra». 11 sant’uomo accondi- ch’egli si era accuratamente nascosto ndh

scese ; sennonché, compiuta velocemente capace manica. L’animale infila a salti il

l’opera da Satana, al comando del quale ponte e San Cadoco lo addita a Belzebù :

erano accorse schiere di demoni, il vescovo — Prendilo : è la prima creatura che p»—» !