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Tinsegnamento per dedicarsi tutto ai dibat
titi giornalistici in cui portò larghezze di ve
dute, lucidità d’ingegno, fierezza e dirittu
ra inflessibili. In un’epoca in cui l ’ Italia, lo
gorata dai partiti, assordata dalle polemi
che, insidiata dai volgari appetiti, si perde
va nei viottoli degli scandali e dei compro
messi , quella di Delfino Orsi risuonò come
voce ccraggicsamente ammonitrice, denun
ziando colpe, avversando debolezze, addi
tando, fin da quel tempo, le mete luminose
ove la Patria avrebbe trovato la sua sal
vezza.
Una siffatta sensibilità politica, una così
ammirevole combattività gli valsero la con
fidenza di benemeriti uomini di Stato, come
Francesco Crispi e Giuseppe Saracco. Di
questo periodo, che fu tra i più animati ed
i più interessanti per la storia parlamentare
d’Italia, egli si preparava a darci un qua
dro vivo e vibrante, una documentazione
esauriente, attraverso una serie di ricordi
personali.
Dalla morte del Cerri data il suo passag
gio alla direzione della « Gazzetta del Po
polo ». Per qualche anno divise la carica
con l ’aw. Giovanni Collino, poi rimase
solo a imprimere un nuovo impulso al gior
nale, dal quale si separò, non senza ram
marico nel 1924 per ragioni di salute.
Di Delfino Orsi i torinesi non possono
non ricordare, in modo particolare, due fatti
di diversa indole e portata, ma che lo con
segnano in egual misura alla gratitudine
della cittadinanza : lo slancio con cui pro
mosse l’Esposizione del 1911 per il cin
quantenario del Regno d’Italia e la parte
cipazione, nel 1915, alla campagna inter
ventista donde scaturì, per solenne ed en
tusiastico volere di popolo, la decisione
della nosira entrata in guerra. Così pure,
dopo la vittoria, fu costante ed energico
nel fronteggiare il tristo vaniloquio del co
muniSmo sabotatore della Patria e, tra i pri
mi, prospettò l’urgente necessità di uomini
nuovi. Eira stato fatto senatore il 18 set
tembre 1924.
1 suoi funerali, nel pomeriggio del
ottobre, riuscirono una commossa manife
stazione di cordoglio, alla quale la città par
tecipò lungamente. Un lunghissimo corteo,
in cui erano tutte le autorità civili, militari
e sindacali, senatori e deputati, rappresen
tanti di associazioni e di istituti accompa
gnò la salma all'estrema dimora. Il feretro
venne fatto sostare in via Quattro Marzo,
dinnanzi alla sede del giornale da lui di
retto ; e qui portarono il saluto all’estinto il
condirettore della Gazzetta del Popolo, De
Benedetti, l’avv. Giorgi per l’istituto di San
Paolo, il nostro Podestà, S. E. il Prefetto
Maggioni ed il dott. Nardini-Saladini.