

strò Tintelligentissimo, l’infaticabile lavo
ratore, l ’impareggiabile Capo dell’Ammini-
strazione civica che la cittadinanza torinese
aveva apprezzato nei tre anni del precedente
Sindacato.
In momenti diffìcilissimi per approvvigio
nare la cittadinanza di generi di prima ne
cessità, istituì la Giunta annonaria di guer
ra che personalmente, ogni giorno e per
molti mesi presiedette, ottenendo sensibilis
simi benefici a favore della popolazione e
specialmente a sollievo delle classi disa
giate.
Quando parve necessario che Torino fa
cesse sentire, qui e altrove, la sua fede si
cura nella Vittoria delle nostre armi, il Sin
daco Frola, con voce alta ma commossa,
perchè fortemente sentiva il significato e
l'altissimo auspicio delle sue parole, pro
nunciava dal pronao della Gran Madre di
Dio, il 23 giugno 1918, presenti oltre 100
mila persone, il giuramento di Torino :
« Noi, Cittadini torinesi, — per la me
moria dei Caduti, — per l ’eroismo dei com
battenti — di terra e di mare, — per l ’Ita
lia, — per la libertà e per la civiltà — per
quanto abbiamo di più sacro —
giuriamo
di resistere a costo di qualunque sacrifizio
— fino alla Vittoria ».
Il Senatore Frola ebbe poi la gioia di co
municare, nella storica aula del Consiglio
comunale, il bollettino della Vittoria, il 4
novembre 1918, e di pronunciare, ancora
dal pronao della Gran Madre di Dio, il 10
novembre 1918 il ringraziamento di Torino,
presente la popolazione acclamante :
« Noi, Cittadini di Torino, che giurammo
la resistenza ad ogni costo nel nome ado
rato d ’Italia, nel nome dei caduti in questa
santa guerra di redenzione;
« solennemente rendiamo azioni di gra
zie imperiture ai soldati d’Italia, che in ter
ra, in mare, in cielo, vollero la vittoria e
alla Patria che Dio ci ha dato fecero il gran
dono del trionfo;
« e promettiamo, in quest’ora di divina
esultanza, di affratellarci tutti, d’ogni clas
se sociale, in un impeto nuovo di solidarietà
e di amore :
«Viva il Re! Viva l'Italia immortale».
Con provvedimenti inspirati a sentimenti
di alto amore di Patria formò il Comitato
piemontese per l’assistenza alle terre libera
te, agevolò in ogni modo le istituzioni della
Fondazione Diaz per i ciechi di guerra ed
istituì l’Ente, che sempre presiedette, per
gli orfani di guerra, ora Istituto Nazionale
per i Figli dei militari.
Tali sono le grandi benemerenze del se
natore conte Frola in confronto della città
di Torino. Altre altissime egli ne ha verso
il Paese che ebbe in lui uno fra i più degni
figli d ’Italia.
Inviato alla Camera nel 1882 continuò
nella funzione di deputato sino al 1900; re
latore di diverse leggi di singolare impor
tanza, specialmente in materia finanziaria,
membro della Giunta del Bilancio e relatore
per vari anni del bilancio dello Stato, rela
tore dei provvedimenti finanziari Boselli e
Sonnino, dimostrò sempre tanta devozione
all’interesse generale del Paese, tanta sicu
rezza di giudizio, tanta onestà e dirittura di
intendimenti che il Maestro della scienza
finanziaria, l ’insigne Luigi Luzzatti, lo vol
le seco più volte Sottosegretario di Stato al
Tesoro, e più tardi fu assunto al Ministero
delle Poste e Telegrafi.
Lasciò la Camera elettiva nel 1900 quan
do fu nominato senatore, ed alla Camera
Alta portò il contributo delle sue doti pre
ziose di esperto uomo politico e di appas
sionato studioso: nelle Commissioni, nelle
relazioni dei disegni di legge appaiono fre
quentemente il nome e l’opera sua ed ap-