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Consorzio Nazionale per le Biblioteche
R e n d i c o n t o m o r a l e d e l l ’ e s e r c i z i o 1 9 2 8
1 17 marzo del corrente armo ha avuto
luogo l’assemblea generale del Consorzio
Nazionale per Biblioteche municipali circo
lanti e popolari.
La Presidente Signora Occella, dopo aver
degnamente commemorato il comm. A l
berto Geisser, che fu benemerito del Con
sorzio, legge una esauriente relazione che
pubblichiamo quasi per intero :
Chi come me si trovi alla 22 relazione
annuale di una istituzione che procede tran
quilla, senza stenti finanziari (che sono for
se oggidì i più gravi), è perdonabile se si
sente affaticato dal desiderio di dir cose
nuove. Ma quest’anno al nuovo pensò la
Provvidenza o chi per essa, porgendo così
al relatore materia, se non straordinaria,
certo abbastanza curiosa.
Le misure che si erano da tempo invocate
sulla necessità di una disciplina per i libri
cestinati al gran pubblico delle persone di
mediocre coltura, libri che per la grande
diffusione e per la scarsa capacità dei lettori
ari intenderli, avrebbero potuto far molto
danno nei rapporti della religione, delle leggi
statutarie, della società, della Nazione, se
pervasi da idee e sentimenti contrari all’or
dine mcrale e civile, furono finalmente con
cretate in una richiesta da parte del Governo,
e trasmessa dal Provveditore agli studi, sulla
qualità dei libri introdotti nelle biblioteche ;
si chiese se seguissero le nuove leggi che
informano lo Stato Fascista, e se nulla aves
sero che non fosse in armonia coi tempi
nuovi : nulla contro il fascismo, nulla contro
le necessità demografiche della Nazione,
ect. ecc. Fatto un rapido esame di coscienza,
ci sentimmo tranquilli : la fede fascista è la
ncstra fede, la religione dello Stato è la no
stra religione, i bisogni della Patria sono
sentiti potentemente da noi : quindi niente
socialismo, niente maltusianesimo, niente
bolscevismo nelle nostre raccolte. Invitati
tuttavia ad una accurata revisione dei nostri
schedari, si trovò un volumetto del De-Arni
ca, scritto certo con altra intenzione, ma
che poteva parere la satira del socialismo,
tanto i postulati in esso contenuti sono stati
sorpassati dal Fascismo, e un’opera del
Bebel « La Donna e il Socialismo » libro di
coltura e quindi adatto a quei lettori i cui
studi li rendono atti a giudicare di tutte le
teorie e a scegliere quelle migliori. Però,
per spirito di disciplina, il Bebel ritornò al
Consorzio, e chi lo volle leggere dovette
chiederlo a noi.
La vita scorreva così intensa di lavoro,
ma tranquilla, quando una rivista lettera
ria, stampata a Firenze, venne a turbare
la serenità nostra. Un asterisco anonimo fa
ceva un confronto tra le biblioteche popolari
municipali circolanti della città di Milano,
e le nostre, e ne traeva argomento per segna
lare le scarso numero dei libri andati in let
tura : pochi di fronte a quelli letti a Milano
con un numero di biblioteche di poco supe
riore alle nostre.
La cosa sarebbe passata inosservata se il
redattore di un giornale torinese, che aveva
certo letto l’articoletto fiorentino, non aves-
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