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libro come si volle supporre. E quando si

apgiunga che da noi gran parte dei lettori

vogliono manuali e trattati e libri di storia,

libri di studio insomma, si hanno cento ra-

giorni di essere contenti dell’opera nostra e

anche dei nostri bibliotecari, che sanno be­

nissimo assolvere il compito loro con amo­

re. con zelo, senza i lumi interessati di quel­

la scuola che dovrebbe aprir loro le porte

della scienza nuova.

Con tutto ciò, siccome ogni giorno il sa­

pere dei singoli può vantaggiarsi delle

cognizioni altrui, e notato che le deficenze

nostre risiedevano nella statistica troppo bo­

naria e nella propaganda insufficiente e tie­

pida, chiamati a raccolta Bibliotecari, Com­

missari e Autorità, si presero le necessarie

disposizioni per rimediare al male : si fecero

stampare schede nuove, circolari, fogli di

propaganda da affiggersi nelle scuole, nelle

fabbriche, sulle cantonate, nelle vicinanze

delle biblioteche, e dietro consiglio del si­

gnor Provveditore agli studi del Piemonte,

si portò a IO anni l’accesso alle biblioteche;

e si protrasse fino a quattro ore settimanali

la distribuzione dei libri, lasciando poi al

buon criterio dei funzionari vedere se tal­

volta si potesse, in casi singoli, arrivare

anche agli anni nove. Gli ordini furono ese­

guiti e il successo è meraviglioso.

Ma per questa stampa, per la carta, per i

nuovi libri per i piccoli, si accrebbero in

proporzione le spese del Consorzio, che si

sottopose al sacrificio in via di prova. La no­

stra non è istituzione commerciale, e quin­

di, se appena si ottiene il pareggio nei bi­

lanci, siamo contenti. Alla fine di questo

1929 vedremmo se e quali modificazioni

convenga fare. Intanto si nota un fervore

d'opera non comune. La propaganda suo­

na lieta ovunque c’è un gruppo di persone

che può profittare del libro.

! Bibliotecari lavorano con ardore, anche

se la fatica non aumenta il compenso : il

Consorzio ha stabilito una bella medaglia

d ’oro per quello che meglio avrà risposto

alle sue speranze, medaglia che sarà data

con la maggiore solennità possibile.

Egregi Signori, io vi invito tutti a quella

straordinaria festa dello sprito.

* * *

La questione delle Biblioteche Munici-

plai Circolanti, che turbò l ’ambiente di

pace nel quale si svolge naturalmente il

nostro lavoro, rimandò in secondo piano

l’ufficio nostro principale, quello cioè delle

biblioteche popolari in generale, che costi­

tuiscono la ragione per la quale il nostro

Ente si svolge e vive ; mi rifaccio perciò di

alcuni passi indietro.

Durante tutto l’anno continuarono insi­

stentemente le domande di libri per parte

di scuole e di diocesi poverissime del Pie­

monte, prime fra tutte quelle della provin­

cia d'Alessandria, che pure è regione ricca

di campi e di vigneti. Il che mostra come

l’idea del libro vibri nel desiderio degli inse­

gnanti e animi molti sacerdoti, che lo rico­

noscono potente mezzo di educazione e di

istruzione per gli alunni e per il popolo ; ma

non penetra ancora nella coscienza degli

agricoltori, per i quali, la meglio carta stam­

pata è tuttavia quella dello Stato, sotto forma

di biglietti da cento e da mille. Di qui la

povertà di molte scuole e di molte diocesi,

le quali ultime hanno spesso l’offerta di un

cerino per il quadro della Madonna, ma,

eh io sappia, mai di poche lire per l’acqui­

sto di un libro. E pure Dio sa se le ore di

ozio forzato che devono trascorrersi nelle

campagne, possano essere consumate con

profitto maggiore che sulle pagine di un

buon libro, spesso di un trattatello sui pro­

blemi più elementari deH’agricoltura, dalla

Quale

tanta ricchezza anche i singoli pos­

sono ritrarre, e tanta ne spera l’ Italia.

Come dissi, si chiede a noi. Ma le finanze

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