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■E5ZÀZ5ZE «-òrwZà

se dichiarato che a Torino siamo un po’

ottusi, che ai libri non si fa quel buon viso

che si dovrebbe, e che se si voleva la rina­

scita della nostra bella città, ci volevano di­

sposizioni speciali, delle quali lo scrittore

dava l ’elenco.

Una cosa perciò s’imponeva al Consorzio

nostro, così malmenato : andare a Milano,

che era stata la pietra del paragone, studiar

sul posto l'organizzazione e il resto e poi

ritornare a Torino e provvedere secondo il

nostro buon criterio.

Previo un avviso al Municipio di Milano

«mnunziante la visita e il desiderio di esami­

nare il funzionamento delle biblioteche mu­

nicipali e un altro al Municipio di Torino

con l ’asiscurazione che avrebbe coscienzio­

samente studiato il problema sul suolo mi­

lanese, due membri del Consiglio Diretti­

vo, e cioè Presidente e Vice-Presidente

Gr. Uff. 'Schiapareìli, si recarono nella ca­

pitale lombarda e trovarono che in Milano

si ammetteva alle biblioteche ogni specie di

lettori, a cominciare da anni sei, e cioè da

una età in cui, i ragazzi, non sanno ancora

leggere, e perciò, secondo il nostro criterio,

non possono essere considerati come letto­

ri. E’ un fatto che questi piccoli sono affa­

mati di cose stampate : ne vedemmo alcuni

prendere un fascicolo, sfogliarlo per mirar­

ne le illustrazioni, e poi riconsegnarlo e

uscire.

Certo non ha torto il direttore di Milano

quando osserva che, se anche il fanciullo

comincia solo col prendere contatto colla

carta stampata e fa passare tra le mani il

libro, che per lui è ancora tutto un segre­

to, nasce in lui il desiderio di penetrare il

senso recondito di tanti ghirigori misteriosi,

e nasce in esso a poco a poco 1amore per il

libro che cercherà con ardore, non appena

sia capace di leggerlo. E questo è verissi­

mo : ma è falso il sistema statistico, perchè

dice cosa inesatta. Siccome 1appunto prin­

cipale riguardava la somma spesa dal nostro

Municipio per il finanziamento delle sue

biblioteche circolanti, sommr. enorme, dice

l’articolista, in paragone di quanto spende

Milano per un numero quasi pari di biblio­

teche, potemmo constatare che il calcolo

rispondeva, su per giù, al metodo stat.stico :

contro L. 93.000, per 16 biblioteche di To­

rno oltre 2 esclusivamente per fanciulli;

Milano per 17 biblioteche oltre 3 per i pic­

coli, ne spende 135.000. Ma si dimenticò

di osservare che le biblioteche di Milano

hanno altre risorse finanziarie, e cioè L. 2

annuali per ogni tessera, e cioè per ogni let­

tore, L. 10.000, non rammento da quale

istituzione, e altri proventi; un totale di

circa L. 200.000 e dimenticò di aggiungere

che i serventi sono retribuiti direttamente

dallo stesso Municipio * miindi all’infuori

delle L. 135.000.

Noi avemmo un torto solo : una esagerata

modestia. Ci limitammo a contare i lettori

per uno anche se egli asportava una dozzina

di volumi per il comodo della famiglia lon­

tana dalla biblioteca, volemmo gratuito as­

solutamente l'imprestito, non volemmo, per

ragioni d ’igiene, introduzione nelle bibliote­

che di libri raccolti in giro, sapendo quanto

sia impossibile la loro sterilizzazione, vo­

lemmo libri scelti, approvati dalla Com­

missione per i libri, rispondenti ai fini di

istruzione, di educazione, di onesto svago,

come sono richiesti dal Governo : e tirate

le somme, un totale di lettori 8.000 in cifra

tonda contro circa 12.000 di Milano, e vo­

lumi letti sul serio, intorno a 200.000 in

confronto di 428.913, anche coi lettori di

sei anni d ’età. Ora, se si considera che Mi­

lano ha quasi il doppio della popolazione

nostra, che le biblioteche sono aperte 12 ore

la settimana, anziché 2,30 come era da noi,

è chiaro che, tenuto conto di tutto, non

siamo poi nè quella gente ignorante e beota

che si volle far credere, nè così lontana dal

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