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sabetta Teresa di Lorena, sorella dell’im­

peratore Francesco I.

Per il carnovale del 1738 erano fissate

VIssipile

del Metastasio, musicato dal Bal­

dassarre Galuppi, detto Buranello, e il

De-

mofoonte,

musicato dal Ferdinando Brivio.

La stagione venne un po’ agitata da due

incidenti. Dapprima si ammalò la prima

donna, Catterina Visconti. La sostituì la Te­

resa Astrua, la quale ebbe in questa circo­

stanza. come ci dice l’Orioles, brevetto di

virtuosa di camera della Regina (87).

In questa stagione si svolse un incidente

degno di nota. Le stesse Memorie dell Ono-

ies recano sotto la data del venti settembre

del 1737 :

E’ capitato viaggiando il principe

Ruspoli, romano.

Egli veniva in Torino mu­

nito di due commendatizie; una pel Re, e

l’altra pel Marchese d ’Ormea, dategli dal

Cardinale Alessandro Albani, protettore di

Sardegna presso la Corte Romana. 11perso­

naggio illustre fu accolto colla massima

cordialità e deferenza sia a Corte, che nei

Circoli eleganti della Capitale. A quanto

risulta, si trovò soddisfatto del trattamento

usatogli, che lasciò supporre di volersi trat­

tenere piuttosto a lungo in Torino. A nes­

suno certo passava per la mente, che il suo

viaggio e il soggiorno che si proponeva di

fare nella capitale dello Stato Sardo fossero

la parte principale d’un romanzetto iniziato,

pare, altrove. Da quanto invece si ebbe a

scoprire poi, il principe romano aveva co­

nosciuto in patria una tale Domitilla Cam­

panini, ballerina scritturata, anzi riconfer­

mata, pel carnovale del 1738 al teatro Regio

e se n’era pazzamente invaghito. L ’incon­

sideratezza del Principe fece scoprire un

giuoco, e, diciamolo pure, a suo danno, che

la ballerina, assai più seria e più prudente,

teneva occultato. Sembra adunque, che le

assiduità del Ruspoli e le sue insistenze

avessero stancato assai la Domitilla, la qua­

le aveva seco due sorelle, Barbara e Mar­

gherita, ma che essa, secondo quanto insi­

nuò il Ganimede, avesse invece delle prefe­

renze per qualche adoratore torinese.

Avvenne quindi, che in una sera del feb­

braio 1738 la danzatrice e il principe si in­

contrassero fortuitamente in un festino dato

in una casa patrizia della città. Mentre la

prima sedeva in un crocchio con alcune da­

me, il Ruspoli le si accostò, quasi le volesse

parlare, e, afferratala, rapidamente le scoc­

cò un bacio sulla fronte, respingendola

poi da sè con un affettato disprezzo. Benché

colta di sorpresa, l’aggredita con tutta la

sua forza menò un potentissimo schiaffo

sulle guancia del forsennato adoratore. Gli

astanti e specialmente le dame, benché col­

piti dalla scena, a cui avevano assistito, ac­

colsero con un mormorio di soddisfazione

e con una eloquente risata l’atto della Do­

mitilla ; ma il Ruspoli non l ’udì, perchè col­

la massima velocità uscì dal palazzo.

Volle però vendicarsi. A l domani, prima

che la notizia si divulgasse, valendosi del-

l’accordatogli privilegio di entrata in Corte,

si presentò al Re e gli narrò a modo suo il

fatto e senz’altro riuscì a strappargli un or­

dine di sfratto per la ballerina. Contro tale

provvedimento, che metteva a soqquadro la

parte coreografica dello spettacolo, ricorse­

ro la direzione della Società dei Cavalieri e

coloro, che erano state testimoni del fatto.

La stessa ballerina invocò la grazia sovrana

e si adoperò per ridurre le cose nei loro veri

termini, insistendo nel dimostrare il grande

pericolo, che avrebbe corso, qualora il Prin­

cipe avesse voluto fare qualche rappresaglia.

Questa minaccia si poteva tuttavia ritenere

come scongiurata, perchè il principe stesso

si era fatto premura di invocare l’intervento

deH’ambasciatore di Spagna in difesa della

Domitilla.

Tutto sarebbe tornato vano, e il decreto

(87) Loc. cit. Memori^ del C«v. Oriate*.