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pretese commerciali tedesche. 11 laboratorio

batteriologico produsse per molti anni un

ottimo siero antidifterico, che subito si in­

trodusse ne lla pratica quotidiana della cu­

ra della difterite salvando m igliaia di fan­

ciulli da sicura morte : difatti il siero anti­

difterico fece discendere la mortalità per

questa malattia dal 75 per cento a l 5 per

cento.

Ma il sorgere di nuovi istituti sierotera­

pici, che a lla produzione del siero antidif­

terico aggiunsero la preparazione di altri

prodotti sieroterapici, organici, ecc., fece sì

che il siero si potesse avere dal commercio

in quantità abbondante ed a prezzo equo, on­

de, cessata la ragione della sua istituzione,

ne venne sospesa la preparazione, come

si fece in seguito, per l ’ istituto vaccinoge­

no, nel 1923.

Esiste invece e funziona regolarmente

l ' istituto antirabbico. Prima della memora­

bile scoperta del Pasteur pur troppo poco,

anzi nulla, si poteva fare per i poveri infe­

lici colpiti dalla terribile malattia della

rabbia.

Cogli studi del Pasteur se non si riuscì

a curare la rabbia già manifesta, fu possi­

bile però impedirne lo sviluppo. Dal mo­

mento de lla morsicatura fatta d a ll’animale

idrofobo a quello nel quale si presentano i

terribili sintomi della malattia nell’uomo

morsicato, decorre un lasso di tempo di una

quarantina di giorni : è appunto durante

questo periodo che il Pasteur propose di

vaccinare il morsicato, in modo che la rab­

bia non possa più svilupparsi e ciò si fa

negli istituti antirabbici.

Il

materiale per la vaccinazione è dato

dai conigli, innocenti bestiole che si sacrifi­

cano per l ’ umanità. Ogni giorno uno, due

o più conigli, a seconda del numero delle

persone che sono sottoposte a lla cura, ven­

gono infettati, cioè si fa loro una breccia col

trapano nella volta del cranio (vedi fig. 4) e

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attraverso il foro così praticato si instilla un

po’ di materiale rabbioso prelevato da altro

coniglio morto di rabbia. Dopo 8 giorni pre­

cisi il coniglio muore paralitico e, aperta la

colonna vertebrale, si estrae il midollo spina­

le, di cui un pezzetto viene inoculato a nuo­

vi conigli ed il rimanente viene collocato in

apposito apparecchio alla temperatura co­

stante di 20' C in bocce speciali ad essic­

care.

Mentre il midollo fresco è capace di tra­

smettere la rabbia ad altro coniglio, più il

midollo si essicca, più perde della sua viru­

lenza, tanto che, dopo 8-10 giorni, non è

più in grado di uccidere un coniglio, nel

quale fosse inoculato.

E* questo il materiale che viene giornal­

mente inoculato ai morsicati, incomincian­

do da l meno attivo, andando gradatamen­

te a l più virulento, per una ventina di gior­

ni di seguito. Finita la cura l ’individuo è

immunizzato, protetto cioè d a ll’ infezione,

che in lui non può più svilupparsi.

Per allogare tutti i conigli necessari per

la cura, e quelli per le varie esperienze di

laboratorio, nonché le cavie, i topolini

bianchi ecc. vi è una apposita

conigliera

( vedi fig. 5 ) nelle soffitte del palazzo muni­

cipale, ove in tante gabbie metalliche sepa­

rate, contraddistinte da lettere e numeri,

stanno i vari animali.

Le gabbie sono collocate sopra un canale

in cemento, che scorre lungo le pareti della

camera, lavato tratto tratto da un getto di

acqua a cacciata automatica, che convoglia

tutti i rifiuti degli animali stessi.

Pur troppo sempre nuovi morsicati ac­

corrono a l l ’istituto, il loro numero varia no­

tevolmente da periodo a periodo; non tutti

però vengono sottoposti a cura, anzi la mag­

gioranza viene rimandata perchè il cane,

dopo dieci giorni dalla morsicatura, non ha

presentato sintomi di rabbia, ma è vivo e

sano, non pericoloso. Vengono trattenuti in