

Il Teatro Regio dal 1678 al 1814
II. II Teatro Ducale durante l'occupazione francese
Nelle già ricordate Memorie del cavaliere
Orioles si legge sotto la data del sei feb
braio del 1738 : « //
conte di Rubilant va a
consultare Bibiana
(leggi Bibienna)
per la
costruzione del nuovo teatro, è ammesso
per
51
nella Società Nobile
»
(91).
Più sotto
(nove aprile dello stesso anno) : «
Si comin
cia la Fabbrica delle secreterie e nuovo tea
tro
dietro il Castello » . In questi due docu
menti abbiamo tracciata ben precisa l'o r i
gine del teatro Regio. I piani per questa
nuova grandiosa costruzione, destinata ad
abbellire Torino, erano g ià stati preparati
da tempo dal conte di Castellamonte. A l
conte Benedetto Alfieri-Bianco spettò di ri
toccarli in qualche parte, di rifarli in altre
e di curarne l ’esecuzione. Questa volta pe
rò, per quanto riguarda il teatro, non si pro
cedette in modo così patriarcale, come pel
teatro detto di San Giovanni, di cui abbiamo
prima parlato. Il viaggio a Cremona del con
te di Robilant, il suo colloquio col Bibien
na, architetto teatrale di vag lia , ce lo dimo
strano. Ignoriamo naturalmente il risultato
della conferenza e se il conte Alfieri, abbia
creduto di tenere calcolo dei suggerimenti,
che gli fossero stati fatti, sappiamo soltanto,
che per volere Sovrano i lavori vennero ap
paltati. Perchè poi il re Carlo Emanuele
potesse farsi un concetto esatto della nuova
sa la , Angelo Maria Sav iga ne costruì un
modellino in legno, che costò trecentocin-
quanta lire. Esso esisteva ancora intatto
una settantina d 'ann i fa in un magazzino
del guardamobile e forse vi si trova ancora.
La ricerca del legname occorrente pel
cuoperto
del teatro e il suo trasporto a To
rino furono considerati poco meno, che se si
trattasse di un grave affare di Stato. Ven
nero esplorate minutamente da persona tec
nica le foreste esistenti tra Exilles, Salber-
trand, Beaulard e Oulx e convenientemente
segnate le piante da abbattersi. Più grave si
rivelò il problema del trasporto. Furono
riattate le strade e abbattuti gli ostacoli a r
tificiali, che impedivano il passaggio. In
Bussoleno, per esempio si demolirono due
portici, ai quali erano sovrapposte camere
di abitazione (93). I muri del nuovo teatro,
perchè non avessero a soffrire durante la
brutta stagione e per evitare guasti even
tuali, furono spalmati con un denso strato
di concime.
11 cortile dell'Accadem ia fu convertito in
deposito generale della sabbia. La grande
au la dell'Università si trasformò in un vasto
studio dei pittori. Così avvenne, che quando
si dovette fare la solenne inaugurazione de l
l'anno scolastico, fu necessario valersi della
(91) Bibl. di S. M. Memorie «sritte del cavaliere Oriole».
(92)
*11 R e ha dato a partito la coetruxione del
noovo
Theatro,
«
dice al Menafoglio.
con T
anticipata di cento
m ille lire
». (Arch. Cordero di Pamparato. Lett. dell'av
vocato Bertolotti al conte Clemente Antonio Cordero di
Pamparato). I lavori vennero incominciati il nove aprile,
del 1738. • S i
comincia la fabbrica delle Secreterie e
no
o d o
teatro dietro il Castello
». Così l'Oriole».
(93) L'uno di proprietà deg'i eredi di Giovanni Gillio,
l'altro del conte Pietro Ignazio Fiocchetto-Carroccio. (Comi
dei Te» delle Fabbriche) ad ann. 1736.
*6S0t