

ci ritrae lo spettacolo offerto da lla prima
rappresentazione de ll’ .4
rsace
(99). Vediamo
in esso sul palcoscenico gli splendori anacro
nistici di vestiari sfarzosissimi e fantastici, di
una scena d ’architettura non adatta al tem
po, in cui si finge l ’azione. Nella corsia in
mezzo, dei posti di platea ci appaiono la
figura di un tavoleggiante, che reca in un
vassoio dei rinfreschi e forse tra esse le tra
dizionali tazze di cioccolatto, bevanda favo
rita dei torinesi, e le sentinelle disposte in
vari punti della sala per mantenere l ’ordine.
Questa specie di novità per coloro, che
nati in tempi vicini ai nostri, sono avvezzi
a vedere il servizio di polizia nei teatri
due carabinieri o due agenti spesso stan
chi pel servizio diurno, richiede un po’ di
spiegazione. Le sentinelle nei teatri si di
sponevano ancora assai recentemente in
Francia. Forse ne era solo stato ridotto il nu
mero. Per quanto riguarda il caso nostro, )
documenti sincroni ci permettono di renderci
un conto esatto de ll’ufficio, che loro era affi
dato, il loro numero non troppo limitato, e
la loro collocazione (100). Il servizio era re
golato da un apposito quaderno di norme,
poche di numero, ma chiare e precise.
Un’altra parte, che dette origine poi a ot-
dini severi e replicati, fu la questione del
giuoco in teatro e nei locali adibiti per que
sto uso. Alcune notizie su questo argo
mento non guasteranno. E’ doloroso il con
fessarlo, ma nel secolo XVIII la malattia
del giuoco aveva assunto una forma, che i
medici direbbero epidemica. Si giuocava e
si perdevano somme favolose in barba a di
vieti, a prescrizioni, a multe abbastanza ri
levanti, comminate ai giuocatori clandesti
ni, e non, e a coloro che li lasciassero fare.
Un teatro, che appena si rispettasse però,
doveva avere una o due sale riservate per
sfogo dei giuocatori di carte, di tarocchi e
di scacchi.
Quando questi templi di Mercurio fossero
fatti chiudere, i poveri impresari, e lo ve
dremo più tardi, erano spacciati. Avrebbe
ro subito potuto verificare una sensibilis
sima riduzione nella vendita dei biglietti di
ingresso. Si era arrivati a questo punto di
pazzia pel giuoco, che molti si munivano di
ciò, che allora si chiamava
biglietto perpe
tuo,
ora si direbbe di una tessera d ’abbona
mento pel teatro, solo per frequentare le
sale da giuoco; nella sala dello spettacolo
non entravano, neppure per sbaglio.
(99) Il quadro è al Museo Civico, al quale fu legato dal
comm. Bollati.
(100) Lo t
Sialo della Guardia dei Carabinieri dettinoli
a1 Regio Teatro
», datato del ventiquattro dicembre del
1740. comprendeva ventitré uomini comandati da un uffi
ciale. i quali erano così distribuiti:
Una sentinella alla por:a della scala della guardia
che va alla scaletta
I
gratii
A lla porta grande dell'entrata
2
All'entrata della scala del Paradiso
2
All'entrata della platea
I
Ai due lati dell'orchestra
2
A lla corsia di mezzo con un brigadiere
2
A lla porta della scala che va dal 2“ piano al
Paradiso
I
A l Paradiso
2
A lla porta del Teatro
2
A l corridore del I" piano dal lato sinistro
I
2
" P .
2
* p
2
4"
p
2
5
" P .
2
Più una riserva con un brigadiere
4
grati»
5
gratis
23
Nell anno 1797 i «
Comandati al R. Teatro
» furono por
tati a trent'uno : un sergente, un brigadiere, un sotto-briga
diere, ventotto soldati.
Le sentinelle erano cosi disposte:
A lla porta d'entrata di dentro
2
All'entrata della platea
I
Al banco dei signori Paggi
2
Nell'entrata sul palco
!
Sul palco armati per far star indietro le pers. 4
Nelli corridoi delle loggie a 5 par parte
10
Nel paradiso per difendere li disordini
4
Di riserva un brigadiere, I sotto-brigadiere, 4 soldati.
Alle sentinelle dei corridoi dei palchi era ordinato, che
facendosi ad alta voce qualche rumore nelle loggie, do
vessero picchiare alla porta e ammonire i disturbatori di
fare silenzio, se non volessero essere espulsi dal teatro.
Quando continuassero, era suo dovere di avvisarne gli uffi
ciali. (Arch. di St. di Torino. Paesi : Torino Città. Mazzo 2”
d A d dizione, m. 9, II, e mazzo 3).