

quel tempo si contendevano il pubblico giovanile.
Uno «lei suoi libri più riusciti, sia per l'interesse
e l'amenità della trama, sia per il brioso rilievo dei
personali, è
Pinocchio in automobile,
edito nel
1905 per i tipi di Bemporad di Firenze. Chi non
appetta più il mezzo secolo sa bene come trenta o
quarant anni fa fossero di moda le derivazioni dai
g'ocondi casi del celebre burattino collodiano.
Con G iulio Erpianis ebbi carteggio mentre colla-
hom o a
I I G ioved ì.
Fece buon viso ai miei bozzetti
e. primo, mi concesse la soddisfazione — ahi. (pian
to ettimera in
-e stessa!
— di vedere il mio nome sul
l'alto d’un frontespizio. Quando mori, nel ‘932. da
«•lire un decennio a\e\a abbandonato l'aringo lette
rari»» e giornalistico.
* * *
Tra le collane degli Spe'rani la più importante
fu quella intitolata
Bib lio teca Rom antica
a una lira
il \olume. raccolta di romanzi per fam glie, che si
meriti'» due medaglie, una della Biblioteca Frankli-
iiiana di Koma. l'altra all'Esposizione Generale Ita
liana di Torino del 1898.
Convien sottolineare che tutte queste raccolte eb
bero lavori esclusivamente italiani.
.Nella
Rom antica
erano comprese opere d'una
cinquantina di autori, tra cu: Maria di Ganlo ( pseu
donimo della marchesa Manetta Gherardi Piccolo-
mini). G.
C .
Molineri. Em ilo Silvestri. Caliate Ru
mor. Clemente Barbieri. Edvige Salvi, Anna Yer-
tua (ventile. Maria Savi Lopez. Lina
C àstino .
Ame
lia Osta. Yincenzina Ghirardi Fabiani, ecc. Sopra
tutte e tutti, per valore, emerge Grazia Deledda con
tre r«»manz: :
I
m
via del male
( anno 1896).
I l tesoro
41897) e
La uiustizia.
quest'ultimo apparso anche
a puntate nel
Novelliere Illu stra to
dal gennaio al
maggio 1899. Sotto il titolo si leggeva: «Romanzo
originale scritto per
I I N ovelliere
». Ogni puntata
aveva un disegno di Berlia. Nel giugno u-ci il vo
lume.
Se non il primo in senso assoluto, Speirani fu
certo uno de* pr’mi editori della illustre scrittrice
sarda, di cui concorse a creare la fama culminata
nel 1927 con l'assegnazione del Premio Nobel. Ap
pena nel 1898 la
Nuova Antologia
accoglieva nelle
sue pagine un lavoro della Deledda:
Le tentazioni
:
nel '99 ne ospitava il romanzo
I I vecchio della mon
tagna
e nel ‘900
E lias Po rto la .
Qualche anno do
veva ancora passare innanzi che la Casa Trevcs as
sumesse l'edizione delle sue opere. Il primo ro
manzo pubblicato da S|»eirani,
I m
via del male.
aveva riscosso l ambita approvazione di Lug i Ca
puana. che salutava in lei « una sicura promessa ».
Seppi delle visite che la Drledda fece a Torino.
Saliva neH'ammezzato redazionale de
I I N o te lliere
e vi s'intratteneva a conversare affabilmente. r«po
nendo piani di lavoro o rivelando i caratteri, le pas
sioni, i paesaggi della pittoresca isola nativa.
Altra collezione era la
Bib lioteca g iovanile illu
strata.
con due serie, l'una a venticinque, l'altra a
cinquanta centesimi il volumetto.
l/anno
1900
cominciava poi la
B ib lio teca di
I infici e avventure u ln fiiro
jh
>1
mondo
», a una
lira il volume, con romanzi d'una decina di autori;
più assidui: Em ilio Salgari, Ugo Mioni, Luigi
Motta.
C ’ò che s'è «letto per la Deledda può ripetersi
— in un genere affatto «lifferente — per il Salgari.
Anche per il fecondo romanziere veronese, che a
Torino s'era trasferito e «pii, nell'aprile
1911,
troncherà tragicamente la pnipria esistenza, l«t
Spe'rani fu uno dei primissimi editori, avanti che
hi sventurato scrittore stringesse il lungo impegni»
col Donath di Genova.
Fin dal
1898
appaiono stampati da Speirani que
sti libri «lei Salgari: /
naufragatovi d e ll\ Orepon
»,
I I tesoro del presidente del Parafiuai. Le avventure
del Padre Cres/tel nel Lab ra ilo r.
«iltre a racconti di
min«»r nude presentati nelle appendici de
I I Novel
liere .
Nel
*900
si publtl'cava
I I Re della montagna',
nel
"*>04 L 'e ro in a d i P o ri A rthu r.
E anche dopo
aver concesso l'esclusività del nome all*edit«ire li
gure. il Salgari c«mtinuò a lavorare per la Casa to
rinese. celandosi s«»tto la pseudonimo di Guido A l
tieri. rome fece per le narrazioni incluse nella
Ri-
b liotecliina di
«
P icco le avventure d i terra e d i
mare
» a dieci centesimi r«»piiscolo di sedici pagine.
avv:ata nel
190.)
e «lurata soltanto un anno: un
«ipuscolo ogni settimana, ultima iniziativa degli
Speirani.
Le s«»rti della Casa ci»minciavan<> a declinare. A l
tri editori, con peri«»dici più attrezzati, sorgevano in
Italia e non era agev«»le tenervi testa. Nel
1908
la
libreria di via Genova era chiusa. Nel
‘917,
inoltran
domi per ca'«» in uu«» di «piei cortili «'he facevan da
passaggio e scorciatoia tra via Porta Palatina e piaz
za San Giovanni, nell'isolato demolito tre anni or
sono, vedo ap|»eso a una porticina un cartello con
la dicitura:
Ed ito ri G iu lio S/teirani e fifdi.
Entro.
Non v 'era. in un sol«» stanz«ine. se non la rimanenza
dei vecchi v«»lumi, che si andavano vendendo ada
gio adagii».
* * *
Eppure Casa Speirani. attraverso i periodici e le
biblioteche, era stata giovante palestra di scrittori
e giornalisti, molti dei quali seppero onorevolmente
affermarsi, guadagnandosi l'attenzione e la ttima d'1
estese categorie di lettori.
.Non pochi di quei collaboratori di otto o nove
. lustri fa sono morti; ma parecchi ne restano, ben
vivi e operanti. Tra gli «comparsi: Saverio Fino,
che fu critico drammatico, poeta vernacolo piemon*
tese, autore di composizioni teatrali, e, parteci
pando alla vita politica, venne eletto deputato al
Parlamento; Carlo Dadone. al quale si devono de*
liziosi racconti, ora arguti, ora patetici, e di cui ub
commov ente libro :
L a piccolm Giov anna,
tuttora si
M