

dirsi nel mestiere. «
Le sorelle
» è indubbiamente
un'opera pregevole, come pure per la sua origina
lità di composizione e di colore «
I
m
g<aitino sulla
finestra
».
Nuo\i alle Mostre tro\iamo il giovanissimo Piero
Fervelli ron tre paesaggi di rui «
Prim avera »
ap
pare il più bello: e Egidio Longotto con «
Vecchia
v ia ili Pa rifii
» rhe l'artista ha saputo r trarre nella
*ua giunta tonalità, riportando sulla tela quell'atmo-
sfera che solamente le vecrhie «tradì* dei sobborghi
delle metropoli hanno. Chiudiamo que-ta affrettata
ra**egna «iella pittura ron un renno alle tele di G iu
seppe Bozzalla: un mae«tro del colore, dell'inter
pretazione ; di impronta schiettamente piemontese.
«
I erde hieUese
». « f
Itim e luci sulla montagna
» e
«
t erso sera »
sono quadri che hanno veramente
onorato la Mostra.
Fra le «culture, che non Mino ecres«ivamente nu
merose. primeggiano quelle di l mberto Mastro-
janni. Kirordiamo un helli««imo ritratto d'uomo
modellato con singolare larghezza e oltre <»gni dire
espre*si\o e un nudo femminile di una grazia in-
discuta. Di Sanlietti si staccava sugli altri pezzi una
testa di fanciullo toccato con molto sentimento: del
lo Zucconi .«i rilevava il «
lan c ia to re di fiiavellotto
»;
il Barrano ha modellata senza artifizi con bella
spontaneità una «
M aternità
»: Piero Ducato mo
strava. fra l'altro. un bel frammento di nudo e
Adriano Alloati due originali maschere. Una espres-
siva testa di fanciulla era opera dello scultore Ca
stellana ed un forte busto del caduto Gustavo Doglia
di Andrea Campi: mentre Giovanni Riva presen
tava un bel volto di Italo Ralho incorniciato nel ca
sco da pilota. G. B. Alloati. con ritratti di varie
epoche: dal 1907 al 1936. ha dato la misura del
l'evoluzione seguita nella sua concezione di trattare
il ritratto e De Gaspari in una grande lastra di me
tallo autarchico ha ottenuto a sbalzo, arricchendo
ro|»era con una bella patina, la scena biblica: «
La
fuga in Eg itto
». Infine accenneremo ad una origi
nalità : ai ciottoli «colpiti e dipinti da Mino Ro*«o,
che più che altro hanno un valore di sopramobile
ma che sono piacevoli nella loro stranezza.
ZITA I