

GIACOMO GROSSO
Nel 1914, in un colloquio con Corrado Corradino
!»uo primo e — fino ad ora — unico biografo, G ia
como Gro-j-o aveva detto : « Il «ometto del quadro è
quello che più faUa il giudizio e devia le impres
sioni... Il soggetto passa col gusto transitorio, colle
impressioni del momento, col variare della mentalità
e degli interessi: quelle che uniche restano a fare
testimonianza dell'opera di pittura sono le qualità
pittoriche: se queste ci sono l'opera dura, se non ci
sono è destinata a morire ».
Il « credo » del Pittore che tutti ricordiamo con de
voto affetto è l'atto di fede, espresso a voce, negli
scritti, ma s|iecialmente nelle opere da tutti gli ar
tisti italiani di buona razza, dai Maestri del Cinque
cento ai Secentisti ed ai contemporanei, primi, fra
questi. Gigante e Fattori. Zandomeneghi e Spadini.
Mancini e Delleani. i due pittori in questi giorni ri
cordati a Torino fra un plebiscitario consenso di
ammirazione. I due artisti, diversissimi ma vicini
per schiettezza e per
gagliardi*,
hanno l'apoteosi
nelle
mostre organizzate dalle Direzioni di due gior
nali : di due grandi quotidiani, che, secondo il
co
ma
oda
mento
de) Duce, vogliano estere non soltanto
informatori di ciò che avviene nel vasto mondo, ma
diffonditori di |»en;>ieri e di immagini, di bellezza e
di bontà.
L'operosissima vicenda terrena del nostro Pittore
che, per qualche lu.-tro, ha signoreggiato nell'opi
nione pubblica dentro un'atmosfera calda e colorita,
perfin pigmentata di un po' di scandalo e di molta
polemica, è specialmente notevole per l'ordinata di*
sciplina al lavoro e per la produzione fertile, qual*
che volta perfino eccessiva, meno controllata e trop
po estemporanea perchè continuamente richiesta
da
illustri e ricche clientele italiane e straniere.
L’ar»
tista che. nella piena virilità, doveva essere conside
rato dagli uomini di chiesa e dalla gente timorata,
vessillifero di un'arte generistica a fondo roman
zesco. non senza una cotal simpatia per le tesi anti*
clericali e ricca di motivi gaudiosi formati
da una
lunga teoria di rosee e ridenti ignude femmine,
nata
a ('ambiano nel 1860, all'ombra del campanile della
Parrocchia da virtuosi
ma
poverissimi genitori cfc*
avrebbero voluto farlo prete, come
conseguirà
primo
successo vincendo
il
grande premio
trr'
di
pittura all'Accademia Albertina rolla tela a
M
dtìenm m piedi di
Gesù
rrorifuw
» cosi chioderà
serbi dopo la giornata terrena, oli