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trattati nello spirito dei provvedimenti relativi pres­

so ^li altri paesi — bensì, e chiaramente, dal con­

cetto che l'essenza ebraica (PEbraismo dei nostri

tempi) fosse un contacio vero e proprio, tale da

poter riuscire ad inquinare, più o meno estesamente

e più o meno profondamente, l’ elevazione morale

delle «lenti piemontesi; e che fra le tendenze degli

Ebrei \i fosse quella specifica di arrecare nocu­

mento ai Cristiani, soprattutto a mezzo dell'usura.

Tant'è che \eni\a. perciò, pure stabilito da Ame­

deo V ili, che quelli convertiti al Cristianesimo non

potexano conversare con gli Ebrei se non in pre­

senza di qualche fedele e onesto Cristiano, per non

subire istigazioni a tornare alla primitiva perfidia:

« Ne illorum partecipati»» ad pristinain perfidiali!

subvertatur » ( fig. 5-II).

(Questa particolare concezione del carattere ebraico

viene rispecchiata indirettamente in un detto, po­

steriore di circa un secolo e mezzo, di Giovanni

Bolero. Ministro di Carlo Emanuele I e precettore

dei suoi figli; detto che compare nell'opera « Le Re-

lationi Universali » edita a Venezia nel 1600: «G li

Ebrei sono stati dispersi da Dio per tutto il mondo,

per confermar noi nella Santa Fede ». Come se la

constatazione universale della loro miseria morale

doveste esaltare, in tutti i Cristiani, il sentimento

e l'orgoglio della propria superiorità spirituale e

riuscire di valido sprone, per non cadere al livello

cosi basso degli Ebrei e mantenersi immuni da ogni

tara giudaica.

Si può dire, anzi, che Amedeo V ili era animato

dal vivo desiderio di accogliere gli Ebrei in grembo

al Cristianesimo, come è precisamente sancito nei

Generali Statuti; tuttavia pretendeva che non si do­

tassero in alcun modo forzare, perchè la loro even­

tuale conversione procedesse da puro e schietti» im­

pulso dell'anima: come se l'aspirazione, veramente

sentita, a diventare Cristiani, colla spontaneità della

rinuncia alla religione Ebraica, dovesse, anzi potes­

se. addurre la cancellazione del marchio originario

d’ inferiorità morale. E ci è pervenuta notizia che

il Duca stesso ha presenziato ad ahune conversioni,

anche come padrino: per esempio a quella di un

Ebreo spagnuolo (nel 1414) che assunse il nume di

Amedeo di Evian e diventò uno zelante persecutore

dei suoi ex correligionari, anzi l'anima di un'inqui­

sizione generale nello Stato per confiscare e bruciare

certi libri ebraici che dicevano « molte cose enormi »

contro il Vecchio ed il Nuovo Testamento, cioè i

Libri del Talmud.

Ad ogni modo — vera pietra angolare di tutta la le­

gislazione piemontese sugli Ebrei — i sedici capitoli

di Amedeo V ili sono ispirati rigorosamente alla di­

fesa. mai all'offesa; ed in base ad essi veniva accor­

data ai Giudei tranquillità e sicurezza per le loro

credenze, per i loro riti e per i loro traffici. »e con­

tenuti nei limiti della legge che esprimeva i diritti

imprescindibili del popolo sabaudo.

Ma le leggi di Amedeo Vili, per quanto valutassero

a fondo il problema ebraico e saggiamente lo risol-

M

vesserò, non sono rimaste statiche, appunto perchè

il Piemonte, messosi presto sulla via di un ulteriore

sviluppi», si sentì spronato, in virtù delle caratteri­

stiche razziali e spirituali, a modificare il suo « Di­

ritto » adattandolo alle varie contingenze di tempo

e di luogo anche nei riguardi degli Ebrei.

Certo è che la poca stima di cui fruivano gli Ebrei

nel Piemonte non ha valso ad infirmare menoma­

mente il senso dell'umanità e della giustizia nei loro

confronti, nonché la comprensione delle loro giuste

aspirazioni da parte dei Principi e del popolo anche

nei secoli che seguirono.

Innumeri sono i « Priv ilegi » e le « Concessioni »

ancora a quando a quando emanati in loro prò in

Piemonte: perchè vengano soccorsi se bisognosi,

aiutati nel prm-urarsi alloggio e per compire la loro

istruzione, perchè non vengano maltrattati nè fatti

oggetto di derisione o di dispregio (fig. 6), nono­

stante la loro esteriorità talora veramente ribut­

tante, |»erchè non si oltraggino le loro tombe nè

siano comunque <»starolati nei loro riti; ed è anche

ad essi accordata la licenza di portare armi non

proibite nelle peregrinazioni e si giunge ad esone­

rarli di comparire in giudizio nei giorni delle loro

feste. Se erano obbligati a portare apposito distin­

tivo pote\ano toglierselo nell'intraprendere viaggi,

appunto per non trovar-i in condizioni di inferio­

rità; è di Vittorio Amedeo II il disposto, in data

21 febbraio 1703. che accorda agli Ebrei « a non

portare alcun segno distinto dalli Cristiani >».

Anzi, criteri di particolare larghezza prevalsero, di

quando in quando, con abrogazione di norme fonda-

mentali in difesa della popolazione.

Così, vediamo come Carlo Emanuele I venisse ad

annullare la proibizione fatta da Amedeo V ili ai

Cristiani di coabitare con gli Ebrei a mezzo di una

«Concessione» in data 7 dicembre 1582, onde gli

Ebrei potevano « per l'avvenire servirsi de* nutrici

ed altre servitù de* Cristiani e ritenerle nelle loro

ca*e nel mmlo supplicato » e « di continuo ».

Evidentemente Carlo Emanuele I, guidato dalla

mira di fondere tutta la popolazione del Ducato in

un insieme compatto — come sopra si è detto —,

ha creduto di poter ciò più facilmente realizzare cui*

l'attenuare la differenza di trattamento fra gli Ebrei

e gli altri suoi sudditi.

Ma, in seguito, deve purtroppo essere stato avver­

tito in quale fallacia di giudizio fos*e caduto Carla

Emanuele I. Vediamo così Carlo Emanuele II ritor­

nare all'intransigenza degli avi, per cui disponevi

il

2

luglio

1673: «

Non sia lecito a* predetti Hebrei

di farsi servire da Christiani. se non nel sabbato. «

altra festività loro,

o

in occasione di qualche con­

vito. e ciò

solo

giornalmente, e purché non donnina

in rasa de* medesimi Hebrei, nè possano haver No-

drici Christiane eccettuato ne* rasi di precisa nere»

sità. ne* quali però ne anche possano esse Nodric

allattare i fanciulli degli Hebrei fuori delle ca4

delle medesime Nodriei. e durante il tempo di dett

necessità solamente... e ciò sotto pena in raao