

<:azzo l»»*ii educato; ma quei soldati clic non avevano
ni.iiveduto una scimmia affettarsi il pane, tagliare
l.i carne, bere senza imbrattarsi il tovagliolino, ali
ti.ivano in \is ib ilio .
Le risa clic si scatenarono quaudo dopo il pasto
videro il buon bestione abbandonarsi in panciolle
sii di una poltroncina e fumarsi beatamente una si
garetta. esprimevano il contento di quel pubblico in
grigio-verde.
Anche questo singolarissimo attore, al pari di
lauti divi del cinematografo, ha una storia interes-
sante. Riassumeremo a brevi tratti le circostanze che
ballilo condotto Camillo al cinematografo, e ne
hanno fatto l'un ico artista nel suo genere che abbia
l'Italia. È nato quattro anni or sono a Parigi. Di sua
madre non si hanno notizie, ma del padre sì. Egli,
un grosso scimpanzè, è stato il più fortunato sog
getto che abbia agito in film cinematografici. Il suo
padrone, il dott. Merenet che dirigeva una scuola
di cani poliziotti e da guerra, ha realizzato col padre
di Camillo. nel periodo deU 'Esposizione. ben 800
mila franchi. (Ibi lo scritturava doveva, oltreché
pagare la somma non lieve stabilita per le presta
zioni dello scimm ione, fargli una assicurazione su l
la vita. Poi lo scimpanzè divenne padre di tre pic
coli. il più fortunato dei quali fu Camillo. che il
'ignor Marinoni, in quel turno di tempo a Parigi,
acquistò. Gli altri due. messi in una gabbietta alla
esposizione, morirono avvelenati. Ghi fu lo sciagu
rato che offri un frutto o un dolce contenente del
tossico a quelle bestiole non si seppe mai. Con il
loro decesso (lainillo rimase l'unico figlio d'arte del
l'attore scimpanzè francese. Egli non conobbe la
disgraziata fine dei fratelli la cui morte avvenne
mentre viaggiava insieme al Marinoni ed alla sua
signora in un vagone deil'Orient-Express. La sua
educazione è cominciata sui treni; succhiando il
latte nel biberon. Questa scimmia ha girato quasi
tutta l'Europa soffermandosi nelle più importanti
città, è stato presentato in Italia alle fiere di Milano,
di Padova e di Messina, e l'educazione se l'è fatta
proprio viaggiando, lasciando libero sfogo a quello
istinto di imitazione che è proprio della sua razza.
Ha così imparato ad andare sui pattini, in bicicletta,
a condurre una piccola motocicletta; a battere sui
tasti di una macchina da scrivere e a servirsi di una
chiave inglese per avvitare o svitare un bullone.
Per il resto egli non ha preoccupazioni. Neppure
lo turba il segreto che porta con sè. Si chiama Ca
millo ma non ha diri*’” tale nome che si deve con
siderare un nome d ai u-. Egli non è affatto a posto
con
lo
« Stalo civ ile ». Veste calzoni, conduce vita
da maschio ed è invece una femmina! Quale appar
tenente al
così
detto « sesso debole » non avrebbe
fatto fortuna nel cinematografo e con la massima
disinvoltura i suoi «gen itori ado ttiv i» le hanno
cambiato sesso.
U. P
n