

CINEMATOGRAFO
PICCOLO MONDO ANTICO» DI
MARIO SOLDATI.
Dobbiamo confessare che siamo un
jm
)' prevenuti contro le riduzioni cine
matografiche di opere letterarie e lo
siamo sia perchè vorremmo vedere il
i inematografo vivere di mezzi propri
realizzando soggetti concepiti diretta
mente per lo schermo, sia perchè l’espe
rienza ci ha dimostrato quanto sia ditti -
cile sceneggiare un’opera letteraria evi
tando i due pericoli che queste imprese
nascondono facilmente per chi le tenta.
Alludiamo alle «lue opposte, ma ugual
mente dannose, tendenze di seguire
troppo da vicino il testo a scapito del
diverso ritmo di narrazione che il film
deve avere, oppure di travisare lo spirito
dell'opera letteraria nel tentativo di
ilare alla vicenda portata sullo schermo,
il movimento che l’immagine, assai
più che la parola, consente di usare.
Che sia possibile stare in un giunto
mezzo ce lo ha dimostrato Wvler con
la sua riduzione dal romanzo di Emily
Brònte. Kgli infatti ha colto di «Cime
tempestose » gli elementi essenziali tra
scurando quelli che. nel film, non sareb
bero stati indispensabili ed avrebbero
invece ingombrato complicando inu
tilmente il racconto. Possibile ma non
facile, tanto è vero che •Piccolo mondo
antico » di Soldati — che pure è opera
tanto notevole da poterci sicuramente
rallegrare della sua realizzazione e che
ha avuto per la sceneggiatura collabo
ratori quali Bonfantini e Cecchi — ha,
tra molte doti, questo difetto: di seguire
cioè troppo da vicino il romanzo di
Fogazzaro. Non solo. ma. volendo dare
maggiore peso ad alcuni aspetti del
racconto nei confronti di altri, di avere
scelto quelli di più facile narrazione
le conseguenze del testamento —
sfiorando solamente altri — divergenze
religiose tra Luisa e Franco — di più
sottile significato. Questa inesatta valu
tazione degli elementi narrativi, ha
naturalmente lasciato traccici ingiusti
ficato rilievo nel racconto degli episodi
legati al testamento ed insufficiente
preparazione del distacco tra i prota
gonisti. separati apparentemente solo
dalle circostanze, in realtà anche dal
maturarsi di una crisi che ha origini
psicologiche più lontane.
Non vogliamo tuttavia insistere su
questo aspetto negativo del film che
è largamente compensato da qualità non
comuni. Prima tra queste l abilità dimo
strata da Soldati nel rappresentare
atmosfera del piccolo mondo antico
descritto da Fogazzaro con una esatta
rappresentazione delle abitudini ma so
prattutto delle idee, le vecchie e le nuove
tra di loro in conflitto, suscitate dalla
eco vicina degli eventi politici che sta
vano maturando.
Ha una parte molto importante nel
film la fotografia di Gallea che. parti
colarmente negli esterni, ha ottenuto
risultati di luminosità, di trasparenza
e di morbidezza di toni felicissimi.
Giudicare gli atton in poche righe
è far torto alla loro interpretazione
affrontata con visibile serietà ed impegno.
Anche se di sfuggita accenniamo tuttavia
alla recitazione di Alida Valli. Molte
volte abbiamo avuto la tentazione di
dare di questa nastra attrice un giudizio
definitivamente ed incondizionatamente
favorevole. Anche
se.
nella parte di
Luisa, la Valli menta, più che in altre
occasioni, questo giudizio, non ci pare
che esso le spetti ancora senza riserve.
A scene interpretate con naturalezza
e verità, ne seguono infatti altre nelle
quali la sua recitazione è priva di
calore,
rigida, con qualche
cosa
di
meccanico.
Anche la sua voce,
se
meglio educata,
otterrebbe effetti
migliori Massimo Sento
ci
è
parso
poco
convincente.
Quanto abbiamo detto di ■Piccolo
mondo antico • contiene, a parte gli
appunti non gravi, un'implicita lode a
Mario Soldati. Questa lode vogliamo
chiaramente ripetere, per la efficace
dimostrazione delle sue possibilità che
ci ha dato con il suo ultimo film, a que
sto nastro regista dalla preparazione
sena, senza improvvisazioni, in costante,
sicuro progresso e dal quale molto d
aspettiamo ancora
•RITORNA L’AMORE . DI j . CROM-
WELL.
La cinematografia d'uitxr Oceano fin
pii vohe descritto per lo f lMf o aspetti