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Il
campionato di calcio volge al termine e,
sembra, con la vittoria del Bologna. Le squadre
torinesi, Juventus e Torino, non hanno nel
corso del torneo eccessivamente brillato, specie
la compagine granata, la quale dopo un buon
inizio ha ceduto di schianto ed è andata sul
l’orlo della retrocessione. È la storia, questa
del Torino, che si ripete tutti gli anni. Squadra
formata essenzialmente da giovani, che ad
ogni inizio di stagione sembra voler fare ta
bula rasa; che nelle giornate di vena sa man
dare in visibilio i suoi numerosissimi estima
tori; che sa portare al campionato una vena
di fresca giovinezza e di gioco fluido e vivace,
subisce quasi sempre, nel girone di ritorno, un
rilassamento pauroso. I tecnici suggeriscono
allora i più svariati rimedi, gli appassionati
protestano, i dirigenti la squadra non sanno
che pesci prendere ed i giocatori si demora
lizzano. Così, ripetiamo, tutti gli anni. Ma
cos’è mai questa malattia cronica del Torino,
allora? Per stabilire una diagnosi noi crediamo
che si dovrebbe seguire la squadra granata
anche durante la «morta », cioè nel periodo
in cui i giocatori sono in vacanze ed i dirigenti,
a tavolino, compongono l'ossatura dell'undici
per il campionato. In quel periodo, se gli ap
passionati facessero attenzione, vedrebbero
comparire ogni tanto sui giornali brevi no
tizie accennanti alla vendita ed all'acquisto
(che brutte parole! — direte voi —; ma sono
correntissime nel linguaggio sportivo ed ap
propriate nel caso nostro) di giocatori. Scor
rendo il movimento di quell’« anagrafe > voi
trovereste spesso nomi di casa granata in...
movimento. E se alla fine faceste il bilancio
(non tanto quantitativo quanto qualitativo)
notereste, come abbiamo già notato noi, che
la voce acquisti è sempre passiva di fronte
alla voce vendite, ciò che porta quasi sempre
uno sbilancio nell’ossatura della squadra to
rinese. Ecco perchè al Torino capita tutti
gli anni di « inginocchiarsi » a circa metà
campionato. In altre parole si potrebbe dire
che quando la squadra granata ha fatto, come
si suol dire, le ossa ed ha fatto quell'amal
gama indispensabile a tutti gli sport d’assieme,
viene smembrata e si ricomincia daccapo. A
questo punto qualcuno potrebbe farci notare
che ragioni d’indole economica suggeriscono
simile condotta a chi ha l’onere di Cut andare
avanti bene la baracca, almeno dal lato finan
ziario. Ma andatele un po’ a dire agli sportivi
queste cose! Vedrete quel che vi risponde
ranno. Però prima di fare punto sul tema cal
cistico è doveroso da parte nostra rilevare che
quest'anno la situazione è stata un po' dif
ficile per tutte le squadre a motivo dello stato
di emergenza in cui ci troviamo. Anzi é già un
alto titolo di merito, per tutte le partecipanti
al massimo torneo, l’aver saputo portare a
termine il campionato. Questo rilievo del resto
è suffragato dal fatto che sembra intendimento
della Federazione di soprassedere per questo
anno alle retrocessioni.
Il
massimo contributo all'attività sportiv
cittadina è portato anche quest'anno dalla
G.I.L. Il Comando Federale di Torino non
conosce soste. Tutti gli sport, maschili e fem
minili. vengono praticati su larga scala e con
buon profitto. Ultimamente si sono svolti a
Torino i « Ludi •che hanno riunito il fior fiore
della nostra gioventù studiosa, inquadrata
sotto le insegne del Littorio. È stata questa
una mirabile rassegna delle forze giovanili;
di quelle forze cioè che al termine del presente
conflitto sono destinate a sopperire ai vuoti
lasciati dagli anziani e. credetelo, più che ono
revolmente. La più bella dimostrazione del
resto è data dai risultati tecnici raggiunti nel
corso di sì grande manifestazione dove venne
persino, ad opera d'una giovanissima ragazza,
Paola Brasati, del Liceo Alfieri, battuto un
primato italiano di nuoto. La riunione inter
nazionale di pugilato, svoltasi ultimamente al
Teatro Vittorio a cura della G.I.L. Sonzini.
ha stretto vieppiù i legami sportivi degli
atleti dell’Asse ed ha dato modo al torinese
Merlo di dimostrarsi più che mai degno del
titolo di campione italiano assoluto ed al cam
pione tedesco Werner Selle di cogliere una ma
gnifica affermazione.
In campo ciclistico abbiamo da rilevare la
grande ripresa dei corridori piemontesi, che
hanno sin qui dominato il campo sia nei pro
fessionisti che nei dilettanti. Ha contribuito
a questa rinascita da tanto tempo e da tutti
auspicata il rientro del Dopolavoro Lancia a
cui molto si deve se il ciclismo piemontese
si è quest'anno potenziato, sia nel campo or
ganizzativo che in quello agonistico. Ma di
questo popolarissimo sport avremo tempo di
occuparci nei prossimi numeri, a fianco del
l’atletica, ossia quando il campionato di calcio
si sarà concluso.
SILVIO VAJtCTTO