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vanti al popolo torinese plau
dente, la prima guerra per Finti pendenza e l*u-
nita d 'Ita lia . La lapide eon cui il Municipio di
Torino volle immortalare tale avvenimento a t
testa ai presenti ed ai posteri il valore dell'ardi-
niento piemontesi*. Si smentiva così solennemente,
in farcia al mondo, l'oltraggiosa definizione del
Metternik « l'Italia è una espressione geografica »
varcando poco dopo il Ticino e spiegando al
vento per la prima volta il tricolon* simltolo del
l'unione nazionale.
La galleria ove furono schierati bellissimi cava
lieri pronti all'assalto o ad u n i giostra, eretti su
destrieri, ricoperti di pelle naturale proveniente
da autentici cavalli e modellati in legno dal pro-
fessor Tal mone sii disegni del fon te (ìrimaldi
colto e brillante ufficiale di cavalleria, prese il
nome di lioumoiit dal pittore che ne fregiò il
Slittino con pregevoli dipinti. Kgli merita quanto
di lui scrisse il professor Mario /ticchi « ingegno
versatile, pennello vigoroso, mente erudita, d it
tatore dell'arte in Torino, astro maggiore del
secolo XY111 ». Vi concorsero il celebre donili
pittore storico militare. Le sue opere vennero
restaurate di recente dal pittore Cussctti.
Pitture, cornici dorate, marmi, stucchi, ca
mini, tavolini, con pregevoli sculture, completano
e danno pregio ail'amhicntc.
Li dobbiamo ail artisti come il noto Martine/,
ed ai suoi allievi, al Iternero, ai fratelli Collini ed
a (iiaconio Spalla.
La nostra armeria, non è. come altre solo una
ragguardevole raccolta d'armi, nè una mostra,
un'esposizione od un museo, non rievoca solo la
storia delle armi e della guerra in ogni tempo,
ma è un documento umano di singolare valore
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