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Tarmi italiana a

m a n d o rla

cesellata ed atr« iniim t n iti un» «il argento

inrnivitfliiHi

mjntu

dell'aureo >ecolo ilei KiHon^uiento. V I eentro

• nip i'tv ^’UtatM un «*««inl»ai11iivi«*nt«• tm ea\alieri |»rr^*o i padiglioni

runuini -Miti» la ritta di ('irta «• u d ir quattro medaglie circostanti

«amo '' flint * errili* della guerra dei Romani contro («iiururta He

di \imddia.

Fu attribuita a Benvenuto «*• Ilini. tua cotniiiniuc e

un vrM capolavoro dell'arte italiana del Secolo \VI.

artistico, storico. è un sacrario patriottico, degli

stmli, «Ielle scoperte, del lavoro, «lei sacritici, della

gloria e «Ielle virtù di una nazione.

Le vicende «Iella guerra e della Patria vibrano

in tutte le loro molteplici esplicazioni strettamente

e<| armoniosamente unite. Da ogni campione

«*sp«*>to c «la tu tto l’insieme «lei materiale pre-

zi«»>o si sprigiona un fascino che chiamerei non solo

'(urico, od eminentemente patriottico, ma anche

poet ico..

Tutto ci riporta ai tempi ili cui Parte della

guerra non era disgiunta dalle leggi della caval­

leria. intesa coni»* istituto «li giustizia, di generosità

«-d onore, vivido esempio «li umana m«»ralità. di

elevatezza «l’animo, di effusione, «li sentimento e di

nobile ardire.

I>agli elmi, dalle corazze, dagli scmli e dalle

spaile; «lallo >plen«l«*re dei lucidi acciai e delle arti­

stiche ageminature; dai fulgidi colori delle penne

svolazzanti dei cimieri; dalle blasonate od arti-

st ielle sculture degli scinti e delle voteli** metalliche;

•laIII* stemmate e variopinte bandiere e vessilli

d ’ogni gelici»*; dall'insieme insomma di tante su­

perbe bellezze d ’ima vita ormai superata, emana

una attrattiva possente, che nasce da tanti in ­

cancellabili ricordi storici.

D ifatti queste armi, questi vessilli, questi ei-

tncli, che spiccano dai trofei, dai bardati cavalli o

scintillano dalle terse vetrine, ricordano (ieri ar­

dimenti, nobili sacritici, gesta gloriose, politiche

vicende e furono testimoni nel Musso di violenti

passioni, di entusiasmi o didorosi tormenti d'una

vita agitata e fremente di cui sembra parlino

ancora.

Pare che entro quelle armature fremano ancora

fervili* cuori elle dalle visiere degli elmi piumati

'folgorino sguardi accesi di arditi combattenti e

par di udire il concitato scalpitio di destrieri ed

il cozzo sonoro «lei fulgidi acciari, le trombe

squillanti, il cupo rullo d«*i tamburi e l'eco ilegli

inni «li v ittima.

Giuseppe Regalili, avventuroso ed ardente

coutemporan»‘o «li Garihahli e Mazzini ed al pari

d ’essi fervido patriota, professore alITniversità

di Poltiglia. dedicò alla nostra armeria una bel­

lissima cantica. A sua volta il letterato Luigi

Conforti, tiglio del grande esule salernitano con­

dannato a morte da Ferdinando I I , «bilicava alle

nostre armi gloriose un vibrante e patriottico

sonetto.

Non è «pii il luogo, di entrare in dettagli pro­

pri di una guida. Vi è già quella redatta dal Cav.

(ìiuseppe Chiaudatio per conto della Direzione

nel HKJ.'L II primo Direttore «l«*H'Armeria, Colon­

nello Conte Vittorio Scixsel d ’Aix la descrisse poi

minutamente. Chi ne fece invece uno studio pro­

fondo e ne curò rorilinamcnto fu un motlesto

Maggiore d ’artiglieria, il Conim. Angelo Angclueci

che nel lsiuiebb»* l'incarico di riordinare l'Arme-

ria e ne compilò un catalogo illustrato rivelando,

come ben scrisse Carlo De Antonio nella h‘a*x<-

tjna ili Torino «lei llfjs , «una competenza eccezio­

nale ed una erudizione sbalorditiva in tu tti i

rami dello scibile ».

Dell’Angelucci che mori dimenticato nel 1H1PJ,

il cel(*brc specialista in materia .Iacopo (talli che

ne riconobbe i meriti disse «Consumò più tem-

I»«> nei libri che «lietro i cannoni ». Della nostra

Auneria discorrono le Knciclopedie italiane ed

estere, tra le quali quella «lei Pomba edita nel

i s t i , sono state pubblicate monografie e illustra­

zioni in grande numero, tra cui pregevolissima

quella del Generale Luigi Avogadro «li Guaragna.

già «lirettore dell'Armeria e del (ìencraM di Ca-

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