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torinesi venisse quel giorno defrau«lato ilei bene

di contemplarmi ».

Alle vrfistnii •> è

d e d i c a t o

il

s e c o n d o g r u p p o

ili liriche.

A Torino, città tirila moda, le ragazze eli»* la­

vorano negli «atclliers» mettono una nota «li grazia

nella lolla, all'uscita «lai laboratorio, numerosi*

pel-le vie «lei centro, eleganti alleile >e i loro aititi

som» «li poco prezzo

{vimi iiiinttfo filtri fumili a n ni/i fu IIi ilo

i si tiii/liiiii In risii il mltir rifu

iln min srnin imiti tiriiln in umilimi im

t riiriln ntl limini /li il in iti in »).

lieti conoscendoli* il Croce tic descrivi*, la

\ ita. i «lesidcri lie\i:

(filli ili siili fin jiii'ftiln, ilisrfttn

lutiti ili Ulu lili, il'iiii iin' ili sali :

Imsti rrlibr jn i• loro un nni/til fin tu,

min s/nuiiln filtriti). ilnr rinlr »)

il lavoro «li cucito, accompagnato «la un cantic­

chiar sommesso, gli amori fuggcvoli, le piccole

gelosie, i capricci e le bizze:

(<• l ’inin/tiini il Imititi con mi /tinniti funi

i/

h

tisi influitili mnir Ir Iniinhinr

n m i sin tnlt’i jn f rttjn'irriti un ijiont »)

le lett«*!•«* costellate «li leggia«lre sgraminaticatlire,

l«* passeggiate romantiche verso il Valentino,

nel sole ili settembre.

K il ricordo gli addolcisce la malinconia:

<• (l>inintt mite stntii lini rn /nzzilli

i lustri rimjurttnf /tiii b ifirh in i,

t mi simirini fu riirò ni ilnritnznlr... »

L'avvenenza delle crestaie torinesi ritratta in

q u e s t

«* liriche, eoli un tocco confidenziale e una

bonaria malizia, destava in Càllidi» Cozzano lo

>tesso compiacimento. Nei <■ ('nlliu/u i » il poeta,

«lichiarando il suo a fletto per Torino («li cui ri-

cftnla le nevi, i tigli neri, le dritte vie corrusche

ili rotaie) accenna infatti a « l'arguta grazia «Ielle

tue crestaie. — o città favorevole ai piaceri ».

Come Cozzali*». Croce ritrae le ilonnc in un

atteggiamento, iti un gesto, in un particolare, e

descrive i salotti borghesi col pappagallo imba l­

samato. ove erra un profumo d'altri tempi, ri

«-orrendo ad espressioni dialettali, per meglio

tratteggiare ambienti e |n*rsone. C'è «lumpie una

evidente affinità poetica fra Croce e Cozzano e

insieme, una singolare coincidenza di casi perso­

nali «* familiari. Kilt ramiti dotati «li una sensibi­

lità finissima, forniti «li un gusto e «li una cultura

uot4-v «ili. eccezionalmente precoci, furono, per

dirla «-«ni un'immagine «• ti«*ri rari che vivono lo

spazio irm i mattino ».

Il

terzo gruppo «li poesie è intitolato <• / fru­

tti »: liriche ispirate dalla vita teatrali* torinesi»,

piene di malizia, di tratti ameni •* gustosi. Dal-

1*Altieri al Ifcgio. «lai Carignano al (ìiam lu ja , i

teatri torinesi appaiono nei loro aspetti tipici, ca-

tattcrizzati dagli spettacoli c dalla qualità degli

'pel Iaio li.

Allora, la crisi del teatro era sconosciuta.

Non si discuteva troppo ili problemi artistici;

tutto pareva più semplice e chiaro. Costitimmiti

la forma principale ili «liverlimeiito. al teatro

ailluivsi larghissimo pubblico, «lisfribuitti nelle

s a l e

dalla colisuetUtline degli spettacoli. «laM'ae-

ccssibilifà ilei prezzi, tlalla diversità «lei gusti.

K «|iiimii si formava per ogni teatro un pubblico

tradizionale, fedelmente assiduo e numeroso.

I na rappresentazione diventava spesso

imi

av venimento cittadino, che lasciava una vasta eco.

Il giudizio «lei pubblico torinese aveva un valore

«piasi definitivo sulla sorte «l'un lavoro; perciò

gli autori e la critica italiana «lavano all'esito ili

una recita a Torino la massima importanza. Il

teatro era veramente sentito da tutti* le classi:

e questo fervore si palesava negli «esauriti»,

nella violenza dei contrasti, nel calore delle discus­

sioni. ncU'adorazione per certi attori. Alcune

compagnie avevano tale rinomanza c notorietà,

ila richiamare folle ili spettatori per qualsiasi

lavoro. Tempi beati!

L'esempio ci è offerto dalla prima lirica, che

nel titolo (« Ikiiniinitirisniit ») rammenta un avve­

nimento teatrale dell'epoca, avvenimento «li vasta

risonanza pel valore «IcU'opera e il successo ri­

portato. Si trattava della • prima » di « Htnnunti-

risntti -, di Kovctta. all'Altieri.

Nino Iterimi ha felicemente rievocato etili

richiami aucdottici (efr. hìntlitirorrirn marzo P.tfM),

la memorabile serata in cui il teatro nazionale

italiano ebbe una delle sue più granili afferma­

zioni. « I teatri ili stiulenti di oltre .{0 anni fa...

La compagnia Andò-Tina «li Ltirciizo-Falconi...

Kro airi'n ivers ità stmielite anch'io. La platea

«lei!'Alfieri era dominata tlalla studentesca un i­

versitaria. Tutti giovani turbolenti... Allora la

prima teatrale importanti* era un avvenimento

goliardico, specialmente a Torino. La platea

«leU'Altieri raccoglieva la parte migliore della

studentesca: quella che preferiva il teatro ili prosa

alla partita «li biliardo o alla passeggiatimi con

l'amica sartina, per quella seni. Pubblico teatral­

mente colto e preparato ».

Dopo aver descritto l'atmosfera incandescente,

la sensibilità tli quel pubblico (« pubblico ferri-

ribile quella sera. O disastri o trionfo»), le varie

fasi della rappresentazione e gli atteggiamenti

«legli sjtfttattiri. Iterrini concludi»: « Al giuramento,

fu Mito scatto di terremoto. I n applauso interm i­

nabile, fitto, irruente. |tod»*mso, secco, trillante,

serrato, quasi pauroso, goliardico!... Fu il prin ­

cipio ili un trionfo, telici pubblico tli giovani,

avversissimo, «li fronte all'opera Itella, divenne

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