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turbe di pellegrini. Salivano con 1 loro sacerdoti dalla

regione circostante ove già avevano 1 loro villaggi di

capanne. 1 loro armenti. 1 loro campi: vivevano una

vita povera e primitiva, con armi e utensili ancora

di pietra, e solo in piccola parte già tatti di bronzo.

Per quegli uomini semplici, creduli, dall'anima piena

di paure e di sogni, le forze della natura erano altret­

tante divinità buone o cattive: adoravano il sole e la

luna, adoravano il bue, nel quale credevano s ascon­

desse la divinità suprema mite e benefica, adoravano

anche il monte Bego, la cui massa imponente, cir­

condata da tanti strani tenomeni naturali, li esaltava

e li atterriva, in cui vedevano un dio che poteva dar

loro il beneficio dell'acque, ma che più spesso, adirato,

scagliava le tempeste ruggendo

cimi

voce di tuono ed

avvolgendosi di fiamme a travolgere ogni loro cosa

m una furia orrenda. Perciò, come altri popoli in

altri paesi adoravano il Gran San Bernardo, il Vcntoux,

il Donon, come oggi 1 Giapponesi adorano il loro

maggior monte Fusjanu, così quelle tribù di umili

pastori, cacciatori e agricoltori tacevano oggetto di

loro culto questo gran monte, al quale o tirivano sa­

crifici per averlo propizio, per placarne le ire. Quelle

migliaia di incisioni — opera di secoli e tors anche di

più d’un popolo, passato via via, per una lenta evolu­

zione, dall’età della pietra a quella del bronzo —

sarebbero dunque sigle o marchi impressi sulle rocce

a ricordo dei pellegrinaggi o d altri fatti, e tors anche

scritture con preghiere o ringraziamene Avrebbero,

insemina, un carattere mistico e religioso (i).

Più di questo non si può dire; nè si può

ancora attenuare che questa spiegazione risponda al

vero.

L’enigma non è ancora risolti». Troppe domande

rimangono tuttora senza risposta. Si può ben accet­

tare l’appassionata dichiarazione del Vaccari che le

riK'cc del Bego posseggono * un monumento preisto­

rico

sui generis,

importantissimo tra quant’altri mai

perchè unico al mondo », ma si deve anche convenire

col Barocclli che quelle sue rocce incise « sono pagine

d’un libro che si è appena incominciato a leggere ».

E chissà quanti studiosi faticheranno ancora su tali

pagine (2) prima che si trovi veramente la soluzione

chiara e sicura!

Ora. da circa un anno, tutto questo complesso di

curiosità storiche, tutto questo incomparabile

IWsc

delle

A/tTiii’nj/iV è rimasto al di là del nuovo contine

ìtalo-francese che, con decisione che non trova fon­

damento m nessun elemento geografico, storico, etnico,

linguistico, economico, è stato spostato, in virtù del

Trattato di pace, di una trentina di chilometri più a

Nord..per attribuire alla Francia tutto il bacino del-

l’ Alta Roia.

c u n o t;u in i

Ji) ( tr F. M ilano,

\ tl!'M u valle Hou,

in • l*ro Piem onte* - dicem­

bre 1929. V ili

(2)

Tra questi va oi»i*i >ecnalato tl chiaro scultore ed arih eologo tori­

nese Prof. 1 arlo l unti, ihe con rara jvn/ia e nobile disinteressato amore

attende a riprodurre in migliaia di takh i in gesso le incisioni di cui di*.or­

natilo. molte delle quali assolutamente nuove e inedite, da lui stesv»

Hoprrte