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36
P R E G H I E R A
P E R L ’ E R O S
Il
più giovane, il più forte,
con il sangue sulla faccia
e la croce delle braccia
disarmate dalla morte,
fu sepolto in questo prato,
con le stelle di soldato,
senza bara nè sudario,
senza un fiato di preghiera,
sotto un po’ di terra nera
che somiglia il tuo Calvario.
Diciottanni andò alla guerra
e sua madre l’aspettò.
Or non ha più gente in terra
che gli dica un paternostro
e il suo nome scritto a inchiostro
sotto il sol si cancellò.
L ’ ha falciato la mitraglia
come un filo d'erba dritto,
era un giovane coscritto,
non pensava alla medaglia.
Se la terra l’imbavaglia
io per lui ti pregherò.
— Diciottanni, o mio Signore,
sono belli da portare:
com’è bella da donare
questa vita quand’ è in fiore!
Ora il fante contadino,
disarmato dalla morte,
dorme un sonno di bambino
coricato alle tue porte.
O
Signore, tu lo puoi,
dagli il cielo degli eroi.
RENZO PF.Z
7
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1 0 +
Le mamme scrivono tutte nella stessa maniera,
quando gli altri sono a letto e più zitta è la sera.
Allungano l’inchiostro con due gocce di vino,
poi asciugano il foglio con la cenere del camino.
Dopo un giorno di pene, questa fatica le consola;
ritornano bambine, quando andavano a scuola.
Scrivono senza macchie, con la penna perrì,
la mano ferma e un tremito nel taglio della t.
Raccontano umili cose con parole dimesse
e ricordando tutti dimenticano se stesse.
Come su neri spini improvvisi splendono fiori,
scrivono in grosse lettere con bellissimi errori.
Oh, se dal buio tempo tornasse la loro
maestra di terza a raccogliere il lavoro.
Per quel “ cuore „ così grande sfuggito con la q.
chissà che voto avrebbero con la matita blu.
Ma è lì così bello, tra lagrime, sorrisi, preci,
che alla mamma che scrive, ogni figlio dà dieci.
E forse dieci più.
RLNZO PEZZANI
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