

TELESCRIVENTI
Un qualsiasi abitante della parte civilizzata del
nostro g lobo che si meravigliasse oggi, in tempi di
radio, di televisione, di aerei che si spostano con ve lo
cità rivaleggiarne col suono, di radar, di vo li stratosfe
rici, di energia nucleare di veicoli semoventi, si me
ravigliasse, dico, di qualche scoperta, di qualche in
venzione, di qualche ritrovato facente parte di quel
complesso di innovazioni che si definisce progresso,
correrebbe il rischio di far la figu ra di quei selvaggi
che descriveva così bene il Salgari, i quali gridavano
.il m iracolo dinanzi ad uno specchio o a una forbice.
O gg i credo che di tali selvagg i non ne esista più lo
stampo, ma l’ uomo civile non può talvolta nascondere
il suo stupore dinanzi a certe meraviglie che, per loro
particolari caratteristiche, si im pongono m aggiorm ente
alla sua attenzione. Ch i scrive ricorda di avere udito
Guglielm o Marconi, il grande Marconi, usare parole
di v ivo stupore e considerare con amm irazione l’abi
lità di uno stenografo che inchiodava sulla carta le pa
role pronunciate da un velocissimo oratore. L 'inven
tore della T . S. F. non poteva esimersi dal notare la
piccola meraviglia della stenografia che riusciva a
fissare la parola umana con la stessa velocità con
cui usciva dalle labbra.
Vi sono indubbiamente
certe invenzioni, spe
cialmente meccaniche,
che hanno in sè qual
cosa di tangibile, di
concreto, che cade sotto
il dom in io del tatto
oltreché di altri sensi,
per cui richiamano più
t.u ìlmentc l’attenzione
i lie 11011 altre, spesso
più protonde e più
importanti.
Per esempio la televisione, per 1111 profano, desterà
probabilmente meno sensazione, meno stupore di
quanto 11011 comportino gli studi e gli sforzi che è
costata. La considererà com e una specie di cinemato
grafo , di « Settimana
Incoili
» a dom icilio, abbinata
alla radio che ormai 11011 meraviglia più neanche i
bambini.
Viceversa può accadere di incontrarci in qualche
cosa che ci
vi aniente perplessi. Per esempio:
eccoci davanti ad una specie di macchina da scrivere;
anzi ad una vera e propria macchina da scrivere, un
po ’ più grossa del normale, con una cassa tutta chiusa
aU’ intomo, ma con i suoi bravi tasti, le leve, il carrello,
il nastro, lo spaziatore, ecc. ecc. La macchina e lì
ferma, nessuno scrive, nessuno le è accanto.
Ad un tratto, senza che nessuno la tocchi, senza che
nessuno prema il solito «
bottone
». senza che nessuno
giri una
chiavetta
o tiKchi una
leva,
dalla macchina
esce 1111 lieve ronzio poi le leve si alzano ad una ad
una, la macchina scrive. E continua a scrivere veloce
mente e alla fine della linea va a capo da sò e da sò
fa l’interlinea. Sul rotolo di carta che si svolge lungo
il carrello appaiono le parole una dopo l’altra; è
una notizia che viene
trasmessa. La notizia
finisce; due o tre scatti
del carrello, e poi un
altra notizia e così via.
In pochi minuti ecco
un metro, due metri di
carta dattiloscritta come
se una dattilografa tosse
stata lì a battere 1 tasti.
E una dattilografa
effettivamente ha scrit
to, ma... a cento, a
nulle chilometri
di
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