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Il “Gran Premio d’Italia

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Tradisco l’am ico, fraternizzano orientali e occiden­

tali. leticano per una questione di ereditarietà due

fratelli siamesi; tutto può accadere in questo mondo

birbone. C ’ ò una cosa, però, alla quale tu ci tieni e

ti aggrappi alla speranza di riuscita come il naufrago

alla coda di un pescecane. C o sì quelli dell’ Automobile

C lub di To rino .

Per tutta una settimana hanno sperato pregato

sacrificato agli D è i: tino a m ezzogiorno, tino all una,

alle due. alle tre della domenica s settembre. Poi hanno

messo fuori il ditino e l’ hanno ritirati' um idiccio.

Il tempo è galantuomo ? I vecchi proverbi han fatto

il loro tempo.

Piove! D io se p iove! P iove su le nostre mani

ignudo, su i nostri vestimenti leggieri, su i treschi

pensieri... che d ’ Annunzio pensasse al Cìran Premio

di Torino quando scrisse questi versi!

Raffiche di acqua spazzavano il circuito della gara,

inatfiando corridori e pubb lico ; ma gli uni e gli altri

non hanno mancato aH’appuntamento, seppure con­

vennero in numero inferiore al previsto.

Pigiati in tribuna, o appollaiati contro le transenno

armati di ombrelli e di sano entusiasmo c ’erano in

trentamila. Una medaglia al valore, sia pure di latta,

se la sarebbero meritata dall’ Automobile C lu b per il

lo ro coraggio. Fortunatamente il lunedì 1111 sole stac­

ciato li ha consolati, e prosciugati...

automobilistico

narrabili fatiche, erano riusciti ad assicurare alla città

il (Iran Prem io d'Italia. La corsa più importante del­

l’anno, il p rim o Cìran Premio dal dopoguerra in qua.

Tutti* era stato disposto alla perfezione. (ìli specialisti

più noti dei tracciati erano convenuti a T o rino per

dare una mano preziosa a quelli dell’ Automobile C lub .

Tutti mobilitati per la grande parata.

C en tim etro per centimetro di spazio venne conteso

agli organizzatori delle mostre e delle rassegne quaran­

tottesche del Valentino. Persino i leoni e le tigri e gli

elefanti sloggiati dalla loro sede per far posto alle

ruggenti e rosse HP. Ma 1 coraggiosi sono stati com ­

pensati. Perchè il Cìran Prem io d ’ Italia ha avu to 1111

successo tecnico dei più spettacolosi ed ha segnato

l’avven to nel campo dcN’automobilismo internazio­

nale di una nuova macchina: la Ferrari ch’era al suo

esordio e che ha contrastato validamente il successo

alle Alta e alle Maserati.

* * *

★ * *

Meritava m aggior prem io il sacrificio dei diri­

genti dell’automobilismo torinese che a costo di ine-

O r già sapete i risultati. Il duello che si è scate­

nato quel giorno sotto la p ioggia dirotta ha fatto

battere il cuore di tutti gli sportivi c in specie dei

torinesi che dcU’automobilismo sono gli aborigeni.

Ha vin to W im illc, la vecchia vo lpe francese, che

valendosi della maggiore potenza della sua macchina

ha sfruttato al massimo la forza del motore per spin­

gere al suicidio i concorrenti. Al treno della sua corsa

nessuno, pensava il francese, avrebbe resistito c le

La folla alla carta

del Ponte Isabella.