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la atra complessiva delle spese necessarie calcolata be­

ninteso in base ai prezzi attuali, spesa che ammonta

a

\z

miliardi, tenuto conto anche di una quota parte

delle somme occorrenti per il ripristino del parco del

materiale rotabile.

Stazioni di Torino.

Ai lavori di riparazione dei danni di guerra si ri­

collegano in piccola parte quelli, ora in corso, per la

sistemazione della stazione di

Torino

/’.

Xuor,i,

lavori

che però, per la maggior parte, si riferiscono a miglii>-

ramenti ed a modifiche rese necessarie sia dal sempre

crescente sviluppo del traffico viaggiatori sia dalla de­

cisione di elettrificare a corrente continua la Torino-

Milano e la Torino-Modanc tino a Bussoleno.

La spesa prevedibile per il completamento della

stazione secondo 1 progetti delle F. S. risulta di circa

tre miliardi, ma tali progetti non sono stati conside­

rati soddisfacenti da molti torinesi 1 quali sarebbero

favorevoli ad altre soluzioni che in parte riguardano

soltanto l'utilizzazione dei locali attuali c di quelli in

corso di allestimento, ma in qualche caso prevedono

trasformazioni radicali e molto più costose.

Alcuni di costoro vorrebbero l’abbassamento del

piano del ferro allo scopo di rendere più tacili le comu­

nicazioni tra le due parti della Città situate a sud ed

a nord di Porta Nuova.

Chi sostiene tale proposta non si rende però conto

probabilmente dell'entità della spesa che sarebbe ne­

cessaria (almeno otto miliardi in più della soluzione

adottata dalle F. S.) nè delle difficoltà tecniche che pre­

senta il lavoro. Basta considerare che sono stati impie­

gati più di venti anni per la costruzione della attuale

stazione di Milano C. sebbene si lavorasse su terreno

vergine senza alcuna soggezione di esercizio ferroviario

preesistente.

Vi e stato anche chi ha proposto di trasformare la

stazione di Porta Nuova

in stazione di transito, di

sopprimere quella di Porta

Susa. ecc. ecc. Se si do­

vesse esaminare e discutere

tutte le diverse varianti

che hanno avuto l’onore

della pubblicazione il di­

scorso diventerebbe trop­

po lungo; si potrà esa­

minarle, se mai, in un

apposito articolo.

E però necessario met­

tere bene 111 chiaro che 1

miliardi necessari per rea­

lizzare soluzioni del genere

non verrebbero certamen­

te forniti dalle F.S. le quali

non hanno

nessun interesse

ad abbassare il piano del

ferro. Lavori simili dovrebbero essere, se mai, finanziati

dal Comune, il quale non ha tatto tmora alcuna proposta

concreta m proposito.

Sono invece in corso trattative col Comune di

Torino per trovare una soluzione adatta sia per la si­

stemazione della stazione di Porta Susa sia per l’aper­

tura del Corso Peschiera nel tratto compreso fr» corso

Castelfidardo e Corso Tassoni, 111.1 anche questi lavori

che sono, per la massima parte, giustificati da neces­

sità di carattere urbanistico potranno essere eseguiti

solo se da parte del Comune verrà assicurato il corri­

spondente contributo finanziario.

La stazione di Porta Susa verrebbe abbassata e

adibita al solo servizio viaggiatori, mentre verrebbe

soppresso l’attuale Scalo Merci; in cambio di questo

si dovrà costruire 1111 nuovo Scalo Merci nella regione

di S. Paolo tra l’attuale corso Rosselli e la linea di

Modane, anzi la costruzione di quest’ultimo Scalo

dovrà precedere la sistemazione di Porta Susa.

E probabile invece che si decida di trasformare

secondo criteri più moderni l’attuale stazione di Smi­

stamento del Lingotto per utilizzare meglio l’area re­

lativa e per migliorarne il funzionamento. Si tratta

però di provvedimento di carattere esclusivamente

ferroviario che avrà esecuzione soltanto se il traffico

merci si svilupperà ancora notevolmente e quando si

avrà la disponibilità dei mezzi finanziari.

Linee d'accesso a Torino.

ll

traffico viaggiatori che ta capo a Torino ha pre­

valentemente carattere locale; si tratta, 111 grandissima

maggioranza, di persone che vengono giornalmente o

saltuariamente 111 città dalle zone di provincia circo­

stanti per ragioni di lavoro, di studio o di commercio,

per le quali, nella maggior parte dei casi, è indispensa­

bile che 1 treni arrivino a Torino nelle ore dalle 6

alle 8.30 del mattino e ne ripartano al pomeriggio

dalle 16,30 alle 19, In

queste ore di punta la

circolazione dei treni rag­

giunge la massima intensi­

tà; ma questa non è ancora

sufficiente a soddisfare

completamente le esigen­

ze. in gran parte giustiti-

cate, del pubblico. Disgra­

ziatamente la situazione

attuale delle linee di accesso

alla città, almeno nelle im­

mediate vicinanze, non è

nmlto favorevole ad una

soluzione del problema.

Infatti se si osserva il

gruppo di linee che dal

lato di Trotarello con ver­

gono su Tonno si nota

che a questa Città arn-

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