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per anni ho ignorato la fine delle commedie e dei drammi messi in scena, dovevo andar-

mene prima, se non volevo farmela a piedi. Andava bene così, non invidiavo chi risiedeva

in centro.

Il paesaggio dei borghi e delle barriere è mobile, fluido, non vincola chi si lascia conta-

giare dal suo fascino a contemplarlo da punti di vista consumati dall’uso, come succede

nei luoghi monumentali del centro storico. Si presta a un’infinita varietà di narrazioni nelle

quali anche noi – perché no? – possiamo essere protagonisti. Attori, non folla solitaria,

perché c’è bisogno della nostra presenza attiva, delle nostre emozioni, per farlo vivere. Un

non-finito in perenne evoluzione che sta a noi completare in base agli umori, ai pensieri,

ai ricordi.

Sono molti i segnali di un rinnovato interesse dei torinesi per i borghi e le borgate. A

iniziare dalla positiva risposta del mercato librario alla proposta di monografie compila-

te da volonterosi cultori di storia locale: Borgo Nuovo, Borgo Po e Madonna del Pilone,

Borgo san Paolo, Borgo Dora, Balon e Valdocco, Bertolla, Lingotto, Crocetta, San Salvario

e l’elenco è incompleto. È notevole per accuratezza e documentazione una guida che fino

a pochi anni or sono sarebbe stata impensabile. Ci riferiamo a

L’altra Torino, 24 centri

fuori dal centro

di Marco Magnone, Edoardo Bergamin, Daniela Garavini, Fabrizio Vespa.

Registriamo la nascita di comitati spontanei di cittadini che si mobilitano per salvaguar-

dare almeno qualche traccia della storia dei loro borghi. Nel quartiere Cenisia il comitato

si proponeva di salvare dalla distruzione il silos cisterna risparmiato dalle bombe della

Seconda Guerra Mondiale, che svettava nel profilo delle vie del Quartiere. Si trovava nel

quadrilatero segnato dalle vie Cesana, Frejus, Revello, Morello dove sorgevano gli stabi-

limenti che avevano ospitato prima la Diatto e poi la Snia Viscosa. I promotori volevano

farne la sede di un piccolo museo per conservare le memorie del quartiere. Avuto sentore

del rischio, l’amministrazione comunale si è affrettata ad abbattere il silos, il 5 giugno

2013, togliendo l’ultimo ostacolo alla costruzione di alloggi, di un parcheggio sotterraneo

e di un supermercato.

Una battaglia persa non fermerà un processo in atto che mette in discussione la tradi-

zionale dualità fra Centro e Periferia, arrivando a capovolgerla, come testimonia questo

volume. È iniziato un processo in base al quale la decisione di risiedere fuori dal centro

della città non è più dettata solo dalla necessità, ma è anche e sempre di più frutto di una

libera scelta per un diverso e alternativo stile di vita.

1

Ave Maria ... dalle vecchie stamberghe

che chiudono le Case nere e il Borgo degli stracci,

dai bei palazzi che guardano verso i viali,

da Valdocco, dal Serraglio [mercato coperto] e dai Molassi;

dal Borgo Po fino alle Basse di Dora,

dalla Crocetta al parco del Valentino

c’è tutta Torino che ti prega e che ti adora

c’è tutta Torino che ti racconta i tuoi dispiaceri.

2

Da Bertolla, su, su, fino al Lingotto

si vede tutta intera la città:

La sagoma delle strade lunga e perfetta,

le piazze, i corsi, palazzi e palazzotti,

fino alla vista delle ultime casupole.