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CITTÀ DI TORINO,
Carta Tecnica Comunale
, Quadranti n. 155 12 1 e 156 09 4, tavv. n. 10 e 11 (riprodotta in scala 1:25000).
PERIMETRO
Piazza Statuto, corso Francia, corso Alessandro Tassoni, via Andrea Del Sarto, via San Donato, via Grabriele Bogetto, corso Regina
Margherita, corso Principe Oddone.
FORMAZIONE
ORIGINE E SVILUPPO
Il borgo appartiene al tipo dei luoghi esterni alla cerchia della fortificazione, e poi interni alla prima cinta daziaria, che in epoca
contemporanea sono stati interessati da una sorta di trasformazione strutturale, nel senso che il primitivo nucleo risulta affiancato
da alcuni ampliamenti, pianificati in periodi diversi con destinazioni di tipo manifatturiero e residenziale: quest’ultimo tipo anche di
alto livello.
In analogia con altri borghi, gli elementi che hanno prodotto il citato primitivo nucleo sono strade, canali, cascine e aggregati
edilizi; qui, per esempio: la via San Donato (da cui il borgo ha preso il nome e che in origine era indicata più semplicemente come
contrada del Martinetto
quale connessione con il contiguo borgo del Martinetto, poi ridenominata nell’Ottocento con il nome della
preesistente chiesa, distrutta nel Cinquecento, all’avvento dei Francesi); la via Balbis (già
strada tendente alla Fucina delle Canne
);
la via dell’Industria (così denominata per ricordare, dopo la scelta di Torino quale capitale dello Stato, la volontà del Municipio di far
sì che questa diventasse una città industriale); il
canale di Torino
(poi coperto dall’andamento spezzato delle vie Carena e Pacinotti);
l’aggregato edilizio del Bruciacore (poi demolito, e riferibile circa all’area della piazza Barcellona), interno alla linea poligonale che
conteneva le indicazioni normative del Regolamento per l’Ornato del 1862. Il borgo è anche stato luogo di insediamento di importanti
fabbriche, dalla Caffarel, di cui si conserva ancora l’antica sede, alle Concerie Fiorio (su progetto di Pietro Fenoglio), al Birrificio
Metzger, ai mulini della città, poi Feyles, all’angolo con corso Tassoni, tutte a sfruttare la ricchezza d’acque fornite dai numerosi canali,
in particolare quello cosiddetto di Torino. Seppure ormai modificati da trasformazioni funzionali, questi ampi complessi produttivi
connotano profondamente la via San Donato e si mescolano alla vocazione residenziale evidente sin dal secondo Ottocento, sicché il
carattere del borgo si è abbastanza conservato ed è ancor oggi definito dal peculiare rapporto tra una morfologia urbana, con maglia
viaria fitta e irregolare, e alcune tipologie edilizie borghigiane, con case basse e alte.
Accanto al nucleo primitivo del borgo, gli ampliamenti urbani pianificati fra Otto e Novecento hanno avuto come limiti i corsi Francia
e Regina Margherita. La via Cibrario (già
Chemin de Colegno à Turin
, e prolungamento della via Dora Grossa, antico Decumano,
poi via Garibaldi) si configura quale asse rettore di un ampliamento del primo Novecento, con caratteri residenziali di alto livello,
costituiti da tipi edilizi intensivi ed estensivi.