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La rapidità e l'ampiezza dell 'esplosione del caffè politico quarantottesco furono

impressionanti, a controprova di un clima generale di ansia febbrile, di effervescenza,

di entusiasmo, specialmente tra l'ottobre 1847 e il febbraio '48

27 •

È

sufficiente scorrere

i carteggi, i giornali, i diari dell' epoca per rendersene conto.

Nell'autunno 1847 ormai avanzato la polizia continuava ad affannarsi a sequestrare

foglietti anonimi affissi all 'esterno dei caffè, in città e in provincia, inneggianti a

Pio IX, a Carlo Alberto, a Gioberti e maledicenti i gesuiti

28 •

Intanto però quella donna

straordinaria che fu Costanza d'Azeglio, termometro sensibilissimo degli umori e delle

situazioni, informava il figlio Emanuele che il padre Roberto gestiva tutte le manifesta–

zioni pubbliche in città, delle quali era il regista, dal caffè Nazionale, già caffè delle

Colonne, dove da anni era abituato a riunirsi con gli altri membri dell'Accademia dei

Concordi

29 •

Nelle stesse settimane Costanza segnalava il perdurare dell'attività del

proprio salott0 30 , registrando però anche il rapido imporsi dei caffè come luoghi del

dibattito politico, a scapito degli altri momenti di sociabilità, dal carnevale ai teatri.

Questi ultimi tuttavia, pur tra un certo disinteresse per i contenuti delle rappresenta–

zioni, fornivano l'occasione per estemporanee manifestazioni patriottiche, affiancando

il caffè e la piazza come luoghi della partecipazione collettiva alla politica 3l .

La nuova dialettica del '48 era però soprattutto tra il caffè, il giornale e la piazza.

Mentre accentuavano e istituzionalizzavano la funzione di luoghi del dibattito e delle

riunioni politiche, i caffè, sempre affollati anche di giornalisti, divenivano giuntura tra

informazione e formazione di un'opinione pubblica, con un ruolo attivo e non

passivo

32 •

Erano inoltre le sedi ove si organizzavano le manifestazioni di piazza, il tra–

mite usato dai promotori dall' alto - insieme ai giornali - per disciplinarle o al limite

per vietarle. Ad esempio, mentre il Consiglio generale di Torino discuteva nel pome–

riggio del 5 febbraio 1848 sulla richiesta al sovrano della guardia civica e di una costi–

tuzione, Roberto d 'Azeglio «réunit de suite ses

lancie spezzate,

parcourut les cafés,

aborda tous les groupes et persuada tout le monde de se retirer sans mot dire». Due

giorni dopo, nella circostanza del gelido incontro tra i due sindaci della città, latori

della richiesta, e il re, che non voleva assolutamente apparire condizionato dalla piaz–

za, «on a affiché ce matin dans les cafés que si l'on faisait entendre des clameurs au

passage des Syndics, le Roi ne les recevrait pas»33 . Analogamente fu nel caffè Naziona–

le che 1'8 febbraio Roberto d'Azeglio lesse ai presenti il proclama con cui Carlo Alber–

to annunciava la costituzione, prima che esso fosse pubblicato e anche allo scopo di

preparare la dimostrazione serale di giubilo. Di

a qualche mese, in un altro caffè,

nasceva la «Gazzetta del Popolo», mentre il peso dei quotidiani andava sempre più

aumentando, pure nei centri minori 34 .

27

In generale, NARCISO NAOA,

Il Piemonte sabaudo

dal

18 14

al

1861,

in

Il Piemonte sabaudo. Dal periodo

napoleonico al risorgimento,

Torino, UTET, 1993, pp. 283-

292.

28

Per esempio, in ARCHIVIO DI STATO DI TORINO,

Corte, Segreteria di Stato per gli Affari Interni,

Alta Poli–

zia,

m. 248,

f.

1, rapporto del comandante la città e la

provincia di Torino all'ispettore generale di polizia, 25

dicembre 1847; rapporto del governatore della divisione

di Alessandria all'ispettore generale di polizia, 3 novem–

bre 1847, e copia di risposta, 4 novembre 1847; rapporto

del governatore d ella divisione di Cuneo all 'ispettore

generale di polizia, 29 dicembre 1847, con vari allegati;

m. 257,

f.

13, rapporto dell'intendente generale di polizia

della città e provincia di Torino al conte Borelli, 18 gen –

naio 1848.

29

COSTANZA D'AZEGLIO,

Lettere al figlio (1 829-1862),

a cura di DANIELAMALDINI CHIARITO, Roma, Istituto per

la Storia del Risorgimento Italiano, 1996, voI. I, p. 798,

lettera 28 novembre 1847.

30

IbIdem,

p. 785, lettera del 24 ottobre 1847.

110

31

Ibidem,

pp. 793 , 814, 816-817 , lettere 14 novembre

1847 , lO e 24 gennaio 1848; «L'Opinione», 11 febbraio

1848, n. 9, p. 36,

Interno.

32

Per esempio, «L 'Opinione», 4 febbraio 1848, n. 4,

p. 16,

Interno;

23 febbraio 1848, n. 19, p. 74, avviso di

riunione al caffè Piemontese di tutti i lombardi e i veneti

domiciliati in Piemonte; 3 marzo 1848, n. 26, pp. 101 -

102, Appendice. Il nostro corriere,

di

T.

33

C.

D'AZEGLIO,

Lettere al figlio

cit., pp. 829, 831,

lettere 6 e 7 febbraio 1848.

E

anche «L'Opinione», 8 feb–

braio 1848, n. 7, p. 28,

Notizie del mattino. Torino

8

feb–

braio;

lO febbraio 1848, n. 8, p. 32,

Notizie del mattino.

Torino;

11 febbraio 1848, n. 9, p. 36,

Notizie del mattino.

Torino;

16 febbraio 1848, n. 13, pp. 51-52 ,

Torino.

Si

veda anche CARLO PISCHEOOA e ROSANNA ROCCIA (a cura

di) , 1848.

Dallo Statuto albertino alla nuova legge munici–

pale. Il primo Consiglio comunale elettivo di Torino,

Tori–

no, Archivio Storico della Città, «Atti consiliari. Serie sto–

rica»,

1995, pp. 15-32.

34

C.

D'AzEGLIO,

Lettere al figlio

cit., p. 912, 29 ago–

sto 1848.