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Altrove, in modo informale oppure istituzionalizzato, si riunivano invece gli amici

dei francesi, da cercare pure a Torino in quel ceto delle «capacità» che rappresentava,

insieme alla nuova burocrazia e alle professioni, uno dei pilastri del sistema napoleoni–

co: professori, scrittori, scienziati, magistrati, tecnici.

Furono queste stesse figure borghesi, insieme a molti nobili, ad animare salotti e

circoli torinesi tra la Restaurazione e il '48. I due momenti continuarono a coesistere,

come in precedenza, luogo privato di ricevimento regolare e di conversazione tra un

numero ristretto di invitati dei due sessi, il primo; associazione all'epoca solo maschile

per praticare insieme una attività non di lucro, culturale, ricreativa e di tempo libero, il

secondo. Pure il salotto e il sistema associativo torinese dopo la Restaurazione atten–

dono ancora il loro storico, a parte il mutuo soccorso, l'associazionismo politico clan–

destino e alcune istituzioni specifiche!7. Non disponiamo di una sintesi come quella

dedicata da Marco Meriggi ai circoli di Milano, dalla quale tuttavia emergono alcuni

elementi di fondo che potrebbero essere stati operanti pure a Torino come in altre

città: la prima accelerazione, sotto la pressione della società civile, conosciuta negli

anni trenta e quella successiva, più profonda, degli anni quaranta; la crescente intensi–

ficazione del versante scientifico e assistenziale; la via via più significativa presenza

borghese rispetto alla iniziale centralità aristocratica e di corte; il farsi opinione pub-

CARLO CHIAPPORI,

Salone dell'Accademia filarmonica di Torino, la sera del

7

gennaio,

durante

il

concerto

nazionale dedicato

al

re Carlo Alberto. Incisione in legno, in «Il Mondo illustrato», a. II, n. 2, 15 gennaio

1848, p. 25 (Torino, Biblioteca Civica).

17

Per esempio, sull'Associazione agraria subalpina il

classico libro di GIUSEPPE PRATO,

Fatti e dottrine economi–

che alla vigilia del

1848.

L'Assoczt1Zione agraria subalpina e

Camillo Cavour,

Torino, Bocca, 1921 (<<Biblioteca di storia

italiana recente» , voI.

IX);

sulla Società del Whist e l'Acca–

demia Filarmonica il saggio di ANTHONY CARDOZA,

Tra

casta e classe. Clubs maschili dell'élite torinese,

in «Qua–

derni storici» , agosto 1991 , n. 77; sul Gabinetto letterario

106

e sulla Conversazione letteraria il bel contributo di ADRIA–

NO VIARENGO,

Associazionismo, giornalismo e politica

nella Torino carloalbertina: gabinetti di lettura e associazio–

ni culturali

in UMBERTO LEVRA e NICOLA TRANFAGLIA (a

cura di) ,

Dal Piemonte all'Italia. Studi in onore di Narciso

Nada nel suo settantesimo compleanno,

Torino, Comitato

di Torino dell'Istituto per la Storia del Risorgimento Ita–

liano, 1995.