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tato dalla relazione di Menabrea che mirava a dimostrare l'utilità di introdurre nell'in–

segnamento elementare della meccanica il principio delle velocità virtuali

13 .

Plana

intervenendo nella discussione obiettava che:

il

principio delle velocità virtuali mal si piegherebbe a tradurre in equazioni le condizioni dell 'equili.

brio dei corpi considerati come composti di molecole disgiunte soggette ad azioni molecolari , e che

le difficoltà principali che restano a vincere non consistono nel trovare queste equazioni, ma b nsì

nel trattarle per arrivare ad una soluzione atta a dare dei risultamenti numerici

14.

A questa osservazione Menabrea replicava facendo presente che

il

suo interesse

precipuo era rivolto all'«applicazione del principio delle velocità virtuali ai soli proble–

mi che offre la meccanica industriale»15. Una scienza pura, infatti, che non rivelasse

possibilità applicative o che non fosse aderente ai dati dell'esperienza non riscuoteva

le simpatie di Menabrea, tipico rappresentante di quella tradizione applicativa caratte–

ristica della cultura scientifica piemontese.

Luigi Federico Menabrea (1809-

1896), colonnello del genio, dal

1839 al 1848 insegnò geometria

descrittiva, meccanica e scienza

delle costruzioni nell'Accademia

militare di Torino; dal 1848 al

1860 fu deputato del collegio

savoiardo di St.-Jean de Mau·

rienne, trasformandosi da mili–

tante della sinistra quarantotte–

sca in esponente autorevole

della destra conservatrice e anti–

cavouriana. Fu poi più volte

ministro, presidente del Consi–

glio e ambasciatore del Regno

italiano. Litografia acquerellata

di Perrin (Torino, Museo Nazio–

nale del Risorgimento Italiano) .

]} Tale principio era stato posto da Lagrange a fonda–

mento della meccanica, si veda JOSEPH-LoUlS LAGRANGE,

Méchanique analitique,

Paris, Chez la Veuve Desaint ,

1788, pp. 10-11: «Si un système quelconque de tant de

corps ou points que l'on veut tirés, chacun par des puis–

sances quelconques, est en équilibre, et qu'on donne

à

ce

système un petit mouvement quelconque, en vertu duquel

chaque point parcoure un espace infiniment petit qui

exprimera sa vitesse virtuelle; la somme des puissances

multipliées chacune par l'espace que le point où elle est

appliquée, parcou rt suivant la direction de celte meme

puissance, sera toujours égale à zero, en regardant comme

positifs les petits espaces parcourus dans le sens des pUlS–

sances, et comme négatifs les espaces parcourus dans un

sens opposé».

. . ... . .

14

Atti della seconda riunione degli sClenzlOtl ltalzam

cit. , p. 7.

15

Ibidem,

p.

7.

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