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lenze,

in cui il matematico veneto illustrava le sue originali ricerche su quel calcolo

geometrico che sta alle origini della moderna teoria dei vettori.

Il Congresso si chiudeva il 30 settembre e entro l'anno Auguste de la Rive, profes–

sore di fisica a Ginevra, pubblicava un resoconto dettagliato dei lavori delle varie

sezioni sulla «Bibliothèque universelle de Genève»26 sottolineando, tra 1'altro, l'acco–

glienza benevola e generosa riservata ai congressisti dal re e dalla città di Torino. Egli

non mancava però di evidenziare l'isolamento degli scienziati italiani ch, offriva il

vantaggio di una maggiore specializzazione, tuttavia presentava qualche inconveni

nt :

Peut-etre pourrait-on regretter chez quelques-uns des hommes qui s'occupent de sci nce en Itali ,

l'absence de connaissances dans les sciences voisines de celle qu'ils cultivent; plu d connai ance

en chimie ou en mathématiques serait

à

désirer chez quelques-uns des phy iciens italien

27.

Benché la partecipazione di Plana 28 ai lavori del Congresso si fosse limitata, aldilà

degli interventi imposti dalle funzioni presidenziali, a due soli contributi al dibattito

scientific0 29 egli era senza dubbio la figura più autorevole del mondo matematico pie–

montese. Formatosi alla prestigiosa Ecole Polytechnique di Parigi, alla scuola dei più

illustri matematici del temp0

30,

Plana aveva acquisito fama internazionale con la pub–

blicazione del poderoso trattato

Théorie du mouvement de la lune

che raccoglieva

il

frutto di ricerche iniziate ancora prima degli anni 1810-1811 nella sua permanenza

all'Osservatorio di Brera a Milano. Qui stava lavorando allo stesso soggetto anche

Francesco Carlini, autore apprezzato di tavole solari. La stretta collaborazione che si

venne a creare fra i due studiosi li condusse a meritare nel 1820 il premio bandito dal–

l'Académie des Sciences di Parigi per la determinazione su basi puramente teoriche di

tavole lunari. Il lavoro, intrapreso insieme, fu poi continuato dal solo Plana che nel

1832 giunse a pubblicare il suo celebre trattato in cui la teoria dei moti lunari viene

elaborata sulla base del solo principio di gravitazione universale e non desume dalle

osservazioni niente più che i valori delle costanti arbitrarie del problema

31 •

Il nome di

Plana era legato anche a due importanti imprese geodetico-astronomiche: la misura–

zione in Savoia e in Piemonte di un arco del parallelo medio tra l'equatore e il polo,

prolungamento di un arco già misurato in Francia, e la verifica dei risultati ottenuti da

Giambattista Beccaria nella misurazione dell' arco del meridiano torinese tra Mondovì

e Andrate (presso Ivrea)32.

Il decennio che va dal 1840 al 1850 vide Plana coinvolto in molteplici attività di

tipo accademico: oltre a dirigere l'Osservatorio astronomico torinese, insegnava Anali-

26

AUGUSTE DE LA RIVE,

Seconde réunion du congrès

scientlfique d'Italie, qui a eu lieu

à

Turin, du

15

au 30 Sep–

tembre 1840,

in «Bibliothèque universelle de Genève»,

n.s., 30 (1840), pp. 335-367

(il

resoconto della sezione di

fisica, chimica e scienze matematiche è alle pp. 340-350 e

34 (1841), pp. 349-363.

27

A.

DE LARIVE,

Seconde Réunion

cit., p. 338.

28

La bibliografia su Giovanni Plana (Voghera 1781-

Torino 1864) è abbastan za vasta; poiché verranno citati

nel seguito mi limito qui a segnalare: ENRlCO D'OVIDIO,

Cenni biografici su Giovanni Plana,

in «Memorie di mate–

matica e di fisica della società italiana delle scienze», s.

III,

VI (1887), pp. LXXXVI-C (con l'elenco completo

dei lavori di Plana); ALBERT MAQUET,

L'astronome royal

de Turin Giovanni Plana

(1781-1864),

un homme, une

carrière, un destin,

in «Mémoires Académie

R.

de Belgi–

que , Classe des Sciences» , XXXVI (1965), fasc. 6;

ALBERTO CONTE e LrvlAGIACARDI,

La

matematica a Tori–

no,

in GIUSEPPE BRACCO (a cura

di ), Ville de Turin 1798-

1814,

Torino, Archivio Storico della Città, 1990, pp. 305-

311; GUIDO TAGLlAFERRl e PASQUALE TUCCI,

Carlini and

Plana on the theory of the moon and their dispute with

Laplace,

in corso di stampa sugli «Annals of science».

Presso

l'Accademia

delle Scienze è custodito un ricco

Fondo Plana

ancora in fase di riordino. Solo

il

gruppo

degli originali dei lavori di Plana pubblicati nelle

Memo–

rie

dell'Accademia è stato catalogato in FRANCO MOTTO,

ANNA RICCARDI CANDIANI,

Inventario dell'Archivio Stori–

co dell'Accademia delle Scienze di Torino,

Torino, Acca–

demia delle Scienze, val. l, Supplemento al volume 122

(1988) degli «Atti dell'Accademia delle Scienze di Tori–

no, Classe di Scienze Morali , toriche, e Filologiche» ,

1988.

È

in corso la schedatura ragionata, a cura di San–

dro Caparrini, dei quaderni manoscritti di P lana (Mss.

0272-0277).

29

Si tratta de.! già ricordato intervento sulla comuni–

cazione di Menabrea (

Atti della seconda riunione degli

scienziati italiani

cit., p.

7)

e di quello a proposito di un

sistema di dighe inventato da Giambattista Magistrini

(ibidem,

p. 22).

lO

Egli ebbe come maestri

J.-L.

Lagrange per l'anaUsi

e la meccanica, G. Monge per la geometria descrittiva e P.

S. Laplace per l'astronomia, si veda A. CONTE e

L.

GIA–

CARDI,

La

matematica a Torino

cit., pp. 305-311.

l I

Per un 'accurata e documentata ricostruzione stori–

ca della collaborazione fra Carlini e P lana e della loro

disputa con Laplace, si veda G. TAGLiAFERRl e P. TUCCI,

Carlini and Plana on the theory ofthe moon

cit.

}2

Si veda

in

proposito

A.

CONTE e

L.

GIACARDI,

La

matematica a Torino

cit., pp. 308-310.

229