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ni geologiche - il superamento delle non lievi difficoltà incontrate nella realizzazione

della sua opera maggiore, la

Carta Geologica della Savoia, del Piemonte e della Liguria,

ispirata alla carta geologica di Francia e presentata in alcune anticipazioni alla riunione

straordinaria della Société géologique de France che ebbe luogo a Chambéry dal 12 al

27

agosto 1844

5 .

I viaggi compiuti dagli studiosi torinesi erano motivati dalla consapevolezza del

ritardo scientifico e sociale rispetto al Nord Europa, una presa d'atto che fu alla base

della ricerca di nuovi strumenti che permettessero un più rapido e organizzato trasfe–

rimento delle conoscenze. A questa esigenza rispondevano le riviste specializzate che,

sorte un po' ovunque, influirono forse più dei tanto celebrati congressi degli scienziati

sulla maturazione della cultura scientifica dell'Italia pre-quarantottesca. L'intensa dif–

fusione dei giornali scientifici pure tra i professionisti di provincia, i quali a volte orga–

nizzavano gruppi di lettura per diminuire i costi di abbonamento, l'aggiornamento

costante che rendevano possibile, la percezione del progresso scientifico come di un

processo cumulativo, il clima di attesa per i risultati delle nuove prospettive di indagi–

ne, la tendenza al confronto e alla verifica in prima persona che generarono, produsse–

ro uno svecchiamento del tessuto culturale, della concezione della scienza e della stes–

sa professione medico-chirurgica che continuava a costituire la principale via di acces–

so alle scienze della natura. Già presente in antico regime, la stampa specializzata si

diffuse notevolmente in età napoleonica, per continuare a espandersi nei decenni suc–

cessivi infoltendo il numero delle testate e conquistando nuove fasce di lettori. Anche

in questo campo Milano si conferma un sensibilissimo polo di ricezione e

di

propaga–

zione delle idee, grazie alla migliore rivista del settore, gli «Annali universali di medici–

na» di Annibale Omodei, che spesso ospitò scritti di medici torinesi, i quali però pote–

rono presto contare anche su propri giornali. Nel 1821 apparve il «Repertorio medico–

chirurgico del Piemonte», un quindicinale diretto da Giorgio Ricci, a cui si affiancherà

per la parte chirurgica Giacomo Barovero. Inaugurata senza proclamazioni altisonanti,

la rivista riuscì a liberarsi abbastanza rapidamente dalle secche della contrapposizione

fra le dottrine sistematiche italiane e francesi, per svolgere un importante lavoro di

divulgazione in veste italiana delle novità scientifiche europee. Nel 1822 iniziarono le

pubblicazione mensili del «Dizionario periodico di medicina», esteso da Luigi Rolan–

do e Lorenzo Martini, contenente ampie schede tematiche di raffronto e di sintesi,

attente alla chiarificazione terminologica dei concetti scientifici. Due anni dopo appar–

ve

l'

«Archivio di medicina pratica universale» compilato da Michele Schina, in cui le

nuove acquisizioni desunte ' dal confronto con le pubblicazioni estere confluivano in

quadri generali di anatomia, patologia, fisiologia, clinica.

La fine degli anni trenta segnò una svolta: nel 1838 iniziarono le pubblicazioni del

«Giornale delle scienze mediche», che si collocò subito fra le migliori riviste italiane

per l'ampiezza e la qualità della redazione, formata da alcuni fra i nuovi docenti che

erano stati reclutati con la riforma universitaria del 1832 e da membri dei Collegi di

medicina e chirurgia, i due istituti che raggruppavano

l'élite

medica torinese. Aleggia–

va fra le file di questo gruppo, che nel 1839 si organizzò in associazione privata, la

piena consapevolezza della non differibile necessità di intraprendere «un lavoro scien–

tifico al quale si appartiene di rappresentare il movimento giornaliero che ricevono le

cognizioni pratiche e teoriche dello studio e dell' esercizio di quest' arte e scienza

dovunque esiste società d 'uomini sottratti al così detto fatalismo»6.

li

giornale fu una

vera e propria finestra sul mondo, grazie allo spoglio metodico di una ventina di riviste

5

«Bulletin de la Société Géologique de France», 2'

serie,

t.

I

(1843-44) ,

pp.

783-784;

ALESSANDRO ROCCATI (a

cura di) ,

In ricordo di Angelo Sismonda,

Torino, Fratelli

Bocca editori,

1922.

Inoltre ROBERTO MALARODA,

Gli

studi di geologia;

lo.,

Il Museo di geologia e paleontologia;

e GERMAIN RIGAULT DE LA LONGRAIS,

Il Museo di minera-

264

logia,

tutti

in

FRANCESCO TRANIELLO (a cura di) ,

L'Uni–

versità di Torino. Pro/ilo storico e istituzionale,

Torino,

Pluriverso,

1993,

pp.

254-258, 306-313.

6

MICHELE SO'UNA,

Sull'odierna tendenza degli Scritto–

ri di Patologia e di Fisiologia,

in

«Giornale delle scienze

mediche», I

(1838),

p. lO.