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colo lungo e dettagliato sulla storia e sulla sistemazione definitiva dell'Orto botanico

che finalmente si era completata. L'assetto di questa struttura resterà praticamente

invariato fino ai nostri giorni. Nel quadro generale dell'Orto botanico torinese non si

possono tacere due stretti collaboratori del Moris: Domenico Lisa e Maddalena Lisa

Mussino. Il primo fu capo giardiniere e collaborò attivamente alle ricerche in campo

sulla flora della Sardegna, oltre che, sotto la guida di De Notaris, della raccolta di

muschi del Piemonte. La seconda, ultima pittrice ufficiale presso l'Orto torinese, curò la

realizzazione degli ultimi volumi dell'

Iconographùz Taurinensis

e collaborò all'illustrazio–

ne della

Flora Sardoa.

Per completare

il

panorama botanico piemontese qui abbozzato dobbiamo anche

ricordare una conseguenza degli eventi del '48 che fecero riparare, esule presso i geni–

tori a Vercelli,

il

barone Vincenzo Cesati, le cui vicende evocano un poco quelle del

Colla cinquant'anni prima. Aveva studiato legge e scienze naturali a Vienna, era entra–

to nella pubblica amministrazione austriaca in Lombardia, era stato poi coinvolto e

convinto assertore dell 'indipendenza italiana, reggendo nel 1848, durante la campagna

di guerra piemontese, la provincia di Brescia. Con

il

ritorno degli austriaci era stato

costretto a fuggire in Piemonte, a Vercelli dove insegnò negli Istituti tecnici, sino a

quando fu chiamato alla cattedra di Botanica dell'Università di Napoli, divenendo

pure direttore dell 'Orto botanico di quella città sino alla morte7. La sua attività fu in

parte floristica (interessante è

il

suo

Saggio su la geografia botanica e su la flora della

Lombardia),

ma anche micologica e per questo fu in rapporti scientifici e di amicizia

con De Notaris e con Delponte. L'importanza della presenza di Cesati in terra pie–

montese fu evidenziata dal Mattirolo nel necrologio dell'avvocato Francesco Negri di

Casale Monferrato:

TI Negri coi vercellesi: conte Arborio Mella, Alessio Malinverni, coll'abate Antonio Carestia di Riva–

valdobbia,

col

conte Ballada di Saint Robert, con Ferdinando Rossellini e con Beniamino Caso, fece

parte di quella schiera di botanici che

il

fascino personale del barone Vincenzo Cesati disciplinò,

guidò nel lavoro di ricerca dei vegetali crescenti in Piemonte. L'opera di questi benemeriti floristi si

svolse principalmente fra

il

1848 e il 1859, in anni nei quali ben altre preoccupazioni che quelle

scientifiche assillavano

il

cervello dei piemontesi colti. Essa quindi valse a cementare le aspirazioni

patriottiche comuni, le quali ebbero nel barone Cesati, illuminato ed apprezzato uomo politico, cosÌ

nobile esponente.

Questo intreccio di relazioni fra personaggi diversi si fondò su un cemento scientifi–

co comune, rappresentato dalle accademie torinesi, prima fra tutte l'Accademia delle

Scienze e poi anche l'Accademia di Agricoltura,

di

cui quasi tutti fecero parte quali

soci molto attivi. Bisogna ricordare però che nel 1848 entrambe le Accademie non ten–

nero riunioni , anche se l'Accademia delle Scienze continuò la pubblicazione degli

«Annali». Certamente, pur con qualche singola partecipazione personale,

il

1848 non

creò scompigli o radicali innovazioni nel campo botanico piemontese

8 ,

che solo in

tempi successivi si aprirà alle nuove prospettive e agli aspetti più moderni della ricerca.

7

Vincenzo esati (Milano 1806- Napoli 1883) . Con

diversi incarichi fu a Milano, Como e Brescia. A Vercelli

fino al 1867, do po un breve periodo a Pisa, si stabilì

Napoli.

8

Per ulterio ri approfondimenti si rinvia a: A TON IO

BERTOLO I,

Flora ltalica,

Bologna, Richardi Masii et H ae–

redum , 1833- 1854; VINCENZO CESATI,

Saggio su la geogra–

fia botanica e su la flora della Lombardia,

Milano, Bernar–

doni, 1844, (estratto da

otizie naturali e civili su la Lom–

bardia,

voI.

1) ;

G IOVANNI BATTISTA DELPOI TE,

R.

Orto

botanico,

in

«II

Mondo illustrato», 2, (1848), pp. 811 -814;

260

827 -83 1; 838-839; O RESTE MATTLROLO,

In memoria del–

l'Avv. Francesco Negri,

Torino, Anfossi, 1925 (estratto dal

«Bollettino della Società Piemontese di Archeologia e

Belle Arti», 9, n. 1-2); GI USEPPE G LACINTO MORlS,

Flora

Sardoa,

Torino, ex Regio Typographico, 1837-1859; FILIP–

PO PARLATORE,

Sulla Botanica in ltalia e sulla necessità di

formare un Erbario Generale in Firenze,

P arigi, D e

Lacombe, 1841 ; FILI PPO P ARLATORE,

Flora Italiana,

Firenze, Le Monnier, 1848- 1896; FILI PPO PARLATORE,

Elogio storico di Luigi Colla,

Fi renze, Cecchi , 1850,

(estratto da «G azzetta Medica Italiana» , tomo l, sez. II).