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La cultura scientifica:

botanica

di Franco Montacchini

TI sopraggiungere del 1848 trovò nel campo botanico italiano una certa stagnazione

scientifica, per la scarsa apertura alle nuove idee e soprattutto ai nuovi ambiti

di

ricer–

ca che costruiranno a fine secolo una botanica moderna. Si era ancora a un livello di

studi che potremmo definire floristico-morfologico-descrittivo . Si cercava nelle diverse

sedi di completare le flore regionali e di giungere a un 'accurata descrizione delle singo–

le specie e a un'esatta definizione nomenclaturale, con un inizio di valutazione della

loro rarità e distribuzione sul territorio. La vita scientifica si svolgeva però già con col–

laborazioni a livello nazionale, superando cos, la frammentazione politica del paese e,

dal 1839, con la prima sessione della

Riunio~e

degli Scienziati italiani a Pisa, iniziò

quella serie di congressi che divennero il punto di incontro dei diversi studiosi. Inte–

ressante fu la Terza Riunione, a Firenze nel 1841, in cui fu letta dal presidente

di

turno

Giuseppe Giacinto Moris la lettera inviata da Parigi di Filippo Parlatore, giovane stu–

dioso palermitano,

Sulla Botanica in Italia e sulla necessità di formare un Erbario Gene–

rale in Firenze!.

L'autore criticava la mancanza

di

una flora italiana e stimolava i diversi

studiosi a una maggiore collaborazione e a un 'apertura a tematiche più moderne:

L'Italia mancava di una flora italica, quando il Bertoloni profittando dei materiali che voi tutti gli

offrivate nelle vostre opere e dei generosi doni degli esemplari delle vostre piante,

è

venuto a riempi–

re questo vuoto, pubblicando una opera che onora l'Italia, degna dell'alto ingegno di lui e delle sue

vaste cognizioni, una opera infine che porta l'impronta

di

chi ha il genio di osservare. Siano dunque

grati gl'Italiani a quest'uomo che ha saputo renderei tanto onore e a voi tutti che offriste i mezzi al

Bertoloni per compiere sÌ degno proponiment0

2 .

Proseguiva poi il Parlatore chiedendo a tutti gli intervenuti di collaborare con l'in–

vio di collezioni di piante e di pubblicazioni alla creazione di un Erbario Generale

della flora italiana e anche mondiale a Firenze. Egli stesso inizierà nel 1848 la pubbli–

cazione di una

Flora Italiana .

Per quanto riguarda la botanica torinese il panorama del '48 era dominato da alcu–

ni grandi personaggi. Primo fra tutti Luigi Colla, celebre avvocato, uomo politico ma

anche grandissimo botanico, scopritore e descrittore di molte specie nuove per il Pie–

monte, studioso di piante sudamericane e proprietario di un giardino botanico famoso

al tempo in tutta Europa

3 •

Così lo descriveva il Parlatore nel suo

Elogio storico:

li

l Omaggio 1841 io visitava in Torino un venerabile vecchio il cui nome, già a me noto per la storia

e per le opere pubblicate, mi rendea cara la personale sua conoscenza [...]. Le serene rughe della sua

fronte, il tranquillo atteggiarsi del volto, la vivacità del suo sguardo ben palesavano che quei lunghi

l

Filippo Parlatore (Palermo 1775-Firenze 1877 )

laureato in medicina a Palermo, dopo studi giovanili di

anatomia umana e di flora della Sicilia, compì un viaggio

attraverso l'Italia sino a Ginevra, dove fu in rapporto

con Augustin Pyramus de Candolle, e poi a Parigi, dove

conobbe Humbolt e altri studiosi. Chiamato a Firenze a

ricoprire la cattedra di Botanica e Fisiologia vegetale,

curò la creazione dell'Erbario centrale di Firenze, uno

dei

~iù

importanti a livello europeo.

Antonio Bertoloni (Sarzana 1775-Bologna 1869) stu-

diò a Pavia e si laureò in medicina a Genova, dove inse–

gnò botanica al Liceo. Nel 1817

fu

nominato professore

di Botanica e direttore dell'Orto botanico di Bologna.

È

autore della prima

Flora Ilalica,

scritta in latino, in

lO

volumi, il primo dei quali fu pubblicato nel 1833.

3

Luigi Colla (Torino 1766-1848) descrisse

nell'Horlus

Ripulensis

le diverse specie da lui coltivate nel Giardino

di Rivoli, e inoltre molte specie nuove del Cile a lui invia–

te come «exsiccata» e come semi da Carlo Bertero di

Santa Vittoria d'Alba.

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