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GIOVANNI BATTISTA T ETTI,

Fer-

dinando Bonsignore,

10

Architet–

to di S.M.

il

re Carlo Alberto,

Prof essore d'A rchitettura civile

nella

R!

Università di Torino,

Membro dell'insigne A ccademia

di

S.

Luca in Roma, e di varie

altre società scientifiche.

Litogra–

fia Lemercier, Parigi, circa 1840

(ASCT,

Collezione Simeom,

D

998) .

nella società aristocratica e involuta che li aveva generosamente accolti nel proprio

grembo, pur non essendo nessuno dei due privilegiato per nascita.

Nati entrambi alla metà del

XVIII

secolo, Prospero Balbo (1762-1837) , adottato

dallo zio, il ministro Giovanni Battista Bogino, entrò giovanissimo nell'arengo della

grande politica. Ambasciatore a Parigi dal 1796 al 1798, poi a Madrid, nel 1816; Con–

trollore generale delle Finanze (1799), Magistrato alla Riforma degli studi e ministro

degli Interni (1819) ,

~laborò

nel gennaio 1821 un progetto di Costituzione. Ma per il

nostro intento ciò che più conta furono le sue nomine a rettore dell'Università (1805)

e a presidente perpetuo dell'Accademia delle Scienze.

Non sempre in sintonia con i vertici dello Stato, in rapporto di amicizia con Talley–

rand e con i capi della diplomazia internazionale, contribuì - nel rigore e nella coeren–

za, seppure in circostanze spesso critiche - da protagonista e spesso soltanto mediante

la propria autorità personale, a convogliare la società piemontese del suo tempo, con–

dizionata com'era dai conflitti che non riusciva a comporre e dagli eventi che non

sapeva comprendere nella loro portata innovatrice, verso un progetto culturale e poli–

tico che, pur non risultando alla fine vincitore, permise a questa di comporre in qual–

che modo le logoranti spinte contraddittorie al proprio interno.

Sintomatica testimonianza della lungimirante modernità di cui era permeata l'atmo–

sfera dell'Accademia delle Scienze si ritrova nei verbali delle sue sedute, dove attraver–

so

il

rendiconto di una «Séance royale» cioè alla presenza di Vittorio Amedeo III

(1789) nel

Discorso

del presidente Ludovico Morozzo si legge: «Les différentes scien–

ces ne doivent pas former des républiques separées; pour en retirer le plus grand

avantage, il est indispensable qu ' elles soient unies et conféderées . Les continuels

secotirs qu'elles se pretent réciproquement sont la cause de leur progrès»4.

È

un vero e proprio elogio dell'interdisciplinarietà

ante litteram;

un ideale larga–

mente condiviso e profondamente radicato nello spirito dell 'Accademia, che vedrà

4

Discours adressé

au

Roi

dans

la

sèance publique du

28

l'Accad emia), in ACCADEMIA DELLE SCIENZE, Torino,

juin

1789

par le comte Morozzo

(Ludovico, presidente del-

Mémoires historiques pour le années

1786-9, Torino, p. XXI.

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