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tezza normativa del codice impostato su basi razionali durevoli rispetto a un diritto

continuamente rinnovato dalla storia e soggetto alla discrezionale interpretazione del

giudice.

In realtà, Sclopis tendeva a diversificare

il

discorso istituzionale da quello specifica–

mente dottrinale. Non soltanto si dimostrava legato a Savigny, pur nell'opposta posi–

zione rispetto ai problemi della codificazione, ma sviluppava profondi rapporti con

quella parte della cultura giuridica francese, rappresentata in particolare da Edouard

Laboulaye

4I ,

che aveva agevolato la penetrazione della Scuola storica tedesca in Fran–

cia per approfondire gli studi storico-giuridici e limitare

il

pragmatismo della predomi–

nante

Ecole de l'exégèse

e la conseguente venerazione dei codici e della legislazione

42 .

Inoltre Sclopis operava in prima persona per la riforma degli studi della Facoltà

giuridica torinese, contribuendo allo svecchiamento di questa dopo il ristagno cultura–

le della Restaurazione

43

e offrendo ancora una volta un'apertura internazionale all'im–

presa, soprattutto per gli stretti legami con Laboulaye e Mittermaier, interessati al pro–

blema per i loro paesi. Egli, presiedendo la Commissione regia istituita nel 1846 dal

ministro Cesare Alfieri

44

per predisporre il riordino degli studi legali, ebbe modo di

preparare un progetto che arricchiva la facoltà di numerose cattedre e partiva da

un 'ampia analisi della situazione degli studi giuridici delle diverse regioni italiane e

delle principali nazioni europee, dimostrando un'intensa ammirazione - tra le univer–

sità straniere - per quelle tedesche e francesi e - tra gli atenei della penisola - soprat–

tutto per quelli toscani e napoletani

45 •

La successiva riforma delle strutture universita–

rie del 1846-48

4

6,

allargando notevolmente il quadro delle materie impartite e modifi–

candone sostanzialmente i contenuti didattici, rappresentò l'apertura del Piemonte a

cambiamenti radicali nell 'insegnamento del diritto, con l'estensione degli orizzonti

prima piuttosto limitati della Facoltà giuridica e con la cospicua accentuazione del

cosmopolitismo culturale.

Così, in alcuni dei maggiori studiosi del periodo e in Sclopis principalmente si

osservava una forte tendenza al recupero della tradizione patria, di chiara matrice sto–

ricistica, per rintracciare le origini remote di molte tra le moderne istituzioni. Nacque–

ro in tal modo alcune approfondite opere, di storia giuridica prima piemontese

47

e poi

italiana, che trovarono un terreno fertile e si aprirono a ulteriori e ben più significativi

sviluppi. Esemplare al riguardo fu infatti la

Storia della legislazione italiana

che, pur

centrata su aspetti istituzionali, può considerarsi la manifestazione più significativa del

rinnovato slancio degli studi, avviato sin dagli anni quaranta

48

a una storia ormai non

più regionale ma italiana, superando una visione frazionata per una prospettiva nazio–

nale unitaria

49 •

41

Si veda in particolare PIERRE LEGENDRE,

Médita–

tion sur l'esprit libéral. La leçon d'Edouard de Laboulaye,

juriste·témoin,

in «Revue du droit public et de la science

politique en France et à l'étranger» , 87 (1971) , pp. 83-

122; OLlV IER MOTTE,

Savigny et la France,

Bern, Lang,

1983, pp. 115-150.

42

Si veda in particolare O. MOTIE,

Savigny et la Fran–

ce

cit.; ALFONS BORGE,

Les codes passeront-la raison des

peuples restera ... Constantin Dufour und die Rezeption

von Savignys Programm in Frankreich,

in «Zeitschrift der

Savigny-Stiftung

(RA»>,

102 (1985) , pp. 344-384; ALFRED

DUFOUR,

Savigny, la France et la philosophie allemande.

Etude critique à propos de deux ouvrages récents sur Savi–

gny,

in «Revue d 'histoire du droit», 55 (1987), pp. 151-

163.

43

Si ved a

L.

MOSCATI,

Da Savigny al Piemonte

ciL ,

pp. 231-238. Per la ricostruzione delle vicende relative a

specifici insegnamenti si veda STEFANIATORRE,

L' "intro–

duzione enciclopedica alle scienze giuridiche": parabola di

un insegnamento,

in ALDO MAZZACANE e CRISTINA VANO

(a cura di),

Università e professioni giuridiche in Europa

nell'età liberale,

Napoli, ]ovene, 1994, pp. 153- 192.

282

44

MARIA TERESA PICHETIO,

Cesare Alfieri di Sostegno

e le riforme politiche e sociali nel Piemonte carloalbertino,

in CRISTINA VERNIZZI (a cura di),

Alfieri di Sostegno tra

Torino e Firenze,

Torino, Museo Nazionale del Risorgi–

mento, 1997, pp. 44-46.

45

Progetto di riordinamento degli Studi Legali nella

R.

Università di Torino,

Torino, 1846.

46

G.

S. P ENE VIDARI,

I professori

cit., p"87.

47

FEDERICO SCLOPIS,

Storia dell'antica legislazione del

Piemonte,

Torino, Bocca, 1833.

48

li

primo volume sulle "origini"

è

edito nel 1840,

il

secondo sui "progressi" (prima p arte) nel 1840,

il

terzo

sulla seconda parte dei "progressi" apparirà solo nel

1857, nella collana delle "opere utili" della Pomba (nel

1857 già trasformata nella Utet). L'opera sarà riorganizza–

ta poi per la ristampa del 1863-64, quando sarà completa–

ta da un terzo volume sulla legislazione della prima metà

del secolo

XIX.

49

Si tratta, in definitiva, della prima storia del diritto

italiano condotta con metodologia e prospettive moderne:

BRUNO PARADISI,

Apologia della storia giuridica [1947],

Bologna,

li

Mulino, 1973, pp. 108-109.