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Qualche cosa di nuovo maturava a Torino però anche nel campo del diritto vigen–

te, proprio nel 1848: si trattò di un'iniziativa che avrà un indubbio successo, per resta–

re ben nota sino ad ora nel mondo del diritto. Sin dagli anni centrali della Restaurazio–

ne a Torino erano stati avviati due periodici forensi, nel complesso piuttosto modesti,

che vivacchiarono nella loro prospettiva locale5°; dopo la promulgazione del codice

albertino ne apparve un terzo, gli «Annali di giurisprudenza», che aspirò a un salto

qualitativo, senza riuscirvi appieno e terminò le pubblicazioni nel 1845 51. Nel frattem–

po un' altra rivista, la «Giurisprudenza civile» fu lanciata in Alessandria dall' avvocato

Cristoforo Mantelli, acquisendo un certo successo, ma esaurì la sua attività proprio nel

1848 52 , quando a Torino l'avvocato Bettini e la nota casa editrice Pomba gettavano le

basi della «Giurisprudenza degli Stati sardi»53: tale rivista, trasformatasi con l'Unità in

«Giurisprudenza italiana»54, continua ancor oggi a essere una delle pubblicazioni basi–

lari di qualunque biblioteca giuridica italiana, affidata editorialmente alla Utet, conti–

nuatrice della Pomba 55 .

Quando, nel 1848, fu avviato questo periodico che ha ormai un secolo e mezzo di

vita, l'ambiente era maturo per una simile iniziativa: l'esperienza - non sempre brillan–

te - delle altre riviste giuridiche piemontesi aveva insegnato parecchio al promotore;

l'adesione di un noto editore dava una solida copertura commerciale all'impresa; le

restrizioni censorie erano ormai cadute con l'avvento del regime costituzionale; la

"fronda" dei magistrati supremi nei confronti della divulgazione delle decisioni giudi–

ziali stava scemando. La «Giurisprudenza degli Stati sardi» si rivelò sin dall'inizio

senza dubbio più "forense" dei precedenti «Annali», fors' anche per la consapevolezza

del non eccelso livello dottrinario subalpino: era rivista di buon livello nel panorama

delle pubblicazioni coeve, attenta alle principali sentenze italiane e straniere e quindi

preoccupata di non chiudersi nel particolarismo del regno sardo

56 .

Fu uno dei "ponti"

che il 1848 lanciò da Torino al futuro della penisola: sin dal programma iniziale la

«Giurisprudenza degli Stati sardi» fu animata dall'aspirazione a giungere ad una "giu–

risprudenza" italiana 57 , secondo una prospettiva sensibile alla necessità di formare una

cultura giuridica "nazionale", in armonia con il clima politico maturato nel 1848 58.

Proprio le vicende politiche subalpine di quell'anno causarono però sconvolgimen–

ti di un certo rilievo nell' ambiente giuridico torinese, la cui attenzione fu attratta

intensamente dall' avvio dell' ordinamento costituzionale: d'ora in poi la legislazione

50

«Diario forense universale ossia giornale giuridico–

legale pratico di un avvocato piemontese» a cura di GIU–

SEPPE

MARIA

REGIS, Torino, Favale (poi Fory-Dalmazzo),

1823-1862; «Giurisprudenza forense ossia raccolta di

decisioni e sentenze emanate dopo il ristabilimento del–

l'Eccellentissimo Regio Senato di Piemonte», a cura di

FRANCESCO ARRÒ, Carmagnola-Torino, Barbié-Ghirin–

ghello,1819-1827.

51

«Annali di Giurisprudenza» , Torino, Mussano e

Bona (dal 1844 Cassone e Marzorati, dal 1845 Libreria

editrice della Minerva subalpina), 1838-1845. La rivista

pubblicò spesso articoli di dottrina o di politica legislativa

ed ebbe tra i collaboratori i giuristi piemontesi più aperti

alla considerazione critica del diritto sabaudo, come Sclo–

pis, Giovanetti, Cibrario, A. Pinelli, Petitti di Roreto,

Boncompagni,

C.

Alfieri, Pescatore, Sineo, Baudi di

Vesme, Albini, De Margherita, nonché gli universitari

stranieri Mittermaier e Blondeau. Una precisa testimo–

nianza delle aspirazioni della rivista si trova nelle pagine

introduttive della prima annata della "seconda serie",

quella del 1845 (pp. 5-12).

52

«Giurisprudenza del codice civile e delle altre leggi

dei regj Stati» , a cura di CRISTOFORO MANTELLI, Alessan–

dria, Guidetti, 1839-1848. Durata ancora minore ebbe la

«Giurisprudenza del codice di commercio e delle altre

leggi relative», a cura di CRISTOFORO MANTELLI, Alessan–

dria, Guidetti, 1844-1846.

53

«Giurisprudenza degli Stati sardi ... compilata dal-

l'avvocato Filippo Bettini», Torino, Pomba, 1850: dalla ini–

ziale «idea dell'opera» si deduce che essa

fu

concepita nel

1848. TI primo volume, d'altronde, riporta proprio le sen–

tenze di tale anno, raccolte e pubblicate poi (con un mini–

mo di commento, ma con utili indici e sommari) nel 1850.

54

Sin dalle pagine iniziali del primo volume l'avvoca–

to Bettini illustrava la necessità di una «giurisprudenza»

per gli Stati sardi, che avesse un'apertura per tutta l'Italia,

secondo prospettive unitarie, che col 1859 avranno modo

di avviarsi a realizzazione: comprensibile, quindi, che con

tale anno la rivista cambiasse nome e divenisse «Giuri–

sprudenza italiana».

55

Tra le numerose pubblicazioni sulla storia di questa

illustre casa editrice, si veda per tutti LUIGI FIRPO,

Vita di

Giuseppe Pomba da Torino ,

Torino, UTET, 1975, in specie

p. 162. Si veda pure in proposito il

Catalogo storico delle

edizioni Pomba e Vtet 1791-1990,

a

cura di ENZO BOTTAS–

SO, Torino, UTET, 1991.

56

Nei numeri iniziali mancano contributi dottrinali:

la rivista

è

organizzata in tre parti, la prima dedicata alle

sentenze della Cassazione torinese, la seconda a quelle

delle magistrature intermedie (in specie d'appello) , la

terza ad altro, in specie a sentenze straniere.

57

«Giurisprudenza degli Stati sardi» cit.,

I,

p.

IX.

58

In

effetti, la stesura dell'<<idea dell'opera» fu com–

pletata dopo il 1848, anche se fu attenta a non

lasci.ar

t~a­

pelare particolari scelte politiche, se non quella coStItuzIO–

nale e "nazionale" .

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