

rilievo notevolissimo di attività promozionale e di apertura verso il mondo tedesco, in
quanto la recezione della migliore dottrina germanica passò, indubbiamente, attraver–
so la loro mediazione.
Si affermarono, pertanto, altre istituzioni a supplire la carenza della facoltà torinese
«di leggi», rispecchiando in realtà un fenomeno più generale della cultura giuridica
preunitaria, dove i centri della scienza si trovavano al di fuori delle università. Da un
lato, l'Accademia delle Scienze riprese dal 1828 a promuovere pubblici concorsi
28 ,
incrementando in tal modo il panorama culturale del regno di Sardegna e suscitando
interesse nel mondo scientifico straniero e in particolare nello stesso Savigny. I mag–
giori rappresentanti della cultura storica e giuridica tedesca furono chiamati - con altri
studiosi italiani e stranieri
29 -
a far parte dell'Accademia (si tratta in particolare di Nie–
buhr, Savigny, Mittermaier, Leo, Raumer, Hanel, von Reumont, Lachmann)3°, spesso
dimostrando evidente compiacimento per tale cooptazione, talvolta anche espressa–
mente richiesta 31.
Dall'altro lato la Deputazione sopra gli studi di Storia Patria, appositamente istitui–
ta nel 1833 da Carlo Alberto nel quadro di un'attenta politica culturale
32 ,
aveva avuto
già ampiamente modo di far effettuare da suoi membri proficui viaggi di studio al di
qua e al di là delle Alpi e di pubblicare poderosi volumi
in folio
di fonti documentarie
e giuridiche delle terre sabaude secondo un programma editoriale pionieristico per la
nostra penisola , simile - anche se inferiore - a quello dei tedeschP3, raggiungendo
apprezzamento e notorietà in Italia e all'estero e dando un rilievo particolare - pure
sotto la spinta del filone romantico - alla storia e allo studio dei passati fasti della
«patria» sabauda coll'implicito scopo di contribuire al prestigio della casa regnante e
al consolidamento del suo potere
34 •
Alla vita e alle edizioni documentarie di questo
ente diedero un diretto ed impegnativo contributo - accanto a storici e paleografi -
studiosi di storia giuridica come Giuseppe Manno, Sclopis, Baudi, Bollati 35 .
Proprio alla fine degli anni quaranta la prospettiva storiografica della Deputazione
venne cambiando, influenzata dal mutato clima politico-ideologico: i suoi interessi per
la «storia patria» diventarono sempre più quelli per la storia ,della «patria italiana» e
sempre meno quelli per la vecchia «patria sabauda»36. 111848 può essere preso in pro–
posito come anno emblematico, nel quale questo cambiamento di rotta
è
più facilmen–
te percepibile: la ponderosa collana scientifica dei
Monumenta Historiae Patriae
edita
dalla Deputazione non mutava, ma cambiavano i contenuti, secondo scelte che saran–
no poi diluite negli anni, sino alle pubblicazioni degli anni cinquanta e anche dopo
37.
28 Per i concorsi banditi dall 'Accademia si veda l'elen–
co in
Il primo secolo della
R.
Accademia delle Scienze di
Torino
(1783-1 883), Torino, Regia Accademia delle Scien–
ze, 1883, pp. 81-85. Si veda anche GIAN PAOLO ROMA–
GNAN I,
Storiografia e politica culturale nel Piemonte di
Carlo Alberto,
Torino, Deputazione Subalpina di Storia
Patria, 1985 , pp. 350-357.
29 I nomi in
Il
primo secolo
cit., pp. 168- 170 e 226-
23 1.
30 Ciò risulta da ACCADEMIA DELLE SCIENZE DI TORI–
NO,
Verbali manoscritti della Classe di Scienze
moralz~
sto–
riche e filologiche,
voll. III e IV rispettivamente agli anni
1823 , f833,
1837, 1839, 1840, 1842, 1844.
31E, ad esempio,
il
caso di H eimbach: si veda la lette–
ra di Heimbach a Baudi di Vesme del 3 febbraio 1838, in
L.
MOSCATI,
Da Savigny al Piemonte
cit., pp. 296-298.
32 G. P. ROMAGNAN I,
Storiografla
cit., pp. 1-37 ; GIAN
SAVINO PENE VIDARI ,
La
Deputazione di Storia Patna
in
CLAUDIA DE BENEDETTI (a cura di),
Accademie,
salott/~
circoli nell'arco alpino occidentale,
Torino, Centro Studi
Piemontesi, 1995, pp. 103-104. Tra
il
1832 e
il
1837 giun–
sero a realizzazione il Regio Medagliere, la Pinacoteca
reale, la Giunta di Antichità e Belle Arti, la valorizzazione
del Museo Egizio, la Deputazione per la Storia Patria, la
sistemazione dell 'Armeria reale e della Biblioteca reale.
280
33
L.
MOSCAT!,
Da Savigny al Piemonte
cit., pp. 32-33;
GIAN SAVINO PENE VIDARI,
La
Deputazione Subalpina di
Storia Patria. Cenni storici,
in «Accademie e biblioteche
d 'Italia», LVI (1986), fase. 4, pp. 3-6; ID.,
La
Deputazione
di StOrta Patna
cit., pp. 104-111 , nonché G . P. ROMAGNA–
NI,
Storiografia
cit. , pp. 119- 188,273-300.
34 G. P . ROMAGNANI,
Storiografia
cit. , pp. 64-79; NAR–
CISO NADA,
Il
Piemonte sabaudo dal
1814
al
1861, in
Il
Piemonte sabaudo. Dal periodo napoleonico al Risorgimen–
to,
Torino, UTET, 1993 , pp. 179-189, 249-256.
35
L'opera cinquantenaria della Regia Deputazione di
Storia Patria di Torino...nel primo mezzo secolo dalla fon–
dazione
a cura di ANTONIO MANNO, Torino, Regia Depu–
tazione di Storia Patria-Bocca, 1884, pp. 89-93; 429-437.
36 G. S. P ENE VIDARI,
La Deputazione di Stona Patria
cit· ' RP. 110-112.
7
La prestigiosa collana dei
Monumenta Historiae
Patnae,
che negli anni precedenti aveva pubblicato fonti
sabaude dei territori dei due versanti alpini (tra cui un
intero volume di
Leges municipales
dedicato all'edizione
di statuti e franchigie comunali), nel terzo volume di
Scrip–
torum
apparso nel 1848 riportava ormai fonti quasi com–
pletamente riguardanti i territori subalpini. I programmi
editoriali di edizioni documentarie e legislative awiate
in
questo periodo prevedevano statuti genovesi e lombardi,