

in calce a quello approvato dal sovrano. La divulgazione del dipinto fu affidata a una
litografia pubblicata nel 1840 nella Stamperia litografica Doyen di Torino
12 .
La storia del quadro
è,
tra l'altro, un'ulteriore dimostrazione del fatto che fino ai
primi anni quaranta l'Accademia mantenne inalterato
il
carattere originario di organi–
smo legato alla committenza regia e in stretta dipendenza dalla corte (e tale in effetti
rimase fino al 1850). Ma nel 1842 la fondazione della Società Promotrice delle Belle
Arti per volontà del conte Cesare della Chiesa di Benevello modificò sostanzialmente
questo rapporto. Ideata con lo scopo di introdurre a Torino esposizioni annuali aperte
anche agli artisti del resto d'Italia e di promuovere
il
mercato dell' arte con la vendita
degli oggetti esposti, la nuova Società fin dall'inizio instaurò saldi collegamenti con
l'Accademia mediante la presenza nel consiglio direttivo di vari accademici in veste di
consiglieri (Biscarra, Palagi, Galleani di Canelli) e di segretari (Volpato).
L'adesione del re, seguita da quella della corte, venne subito, l'anno stesso della
fondazione, concretandosi con acquisti a partire dall' anno successivo.
12
Si veda PIERLUIGI GAGLIA in
E.
CASTELNUOVO e M.
ROSCI (a cura di) ,
Cultura figurativa
cit.,
I,
pp. 380-381,
scheda 360. Nella Collezione Simeom, ARCHIVIO STORICO
DELLA CITTA DI TORINO, esiste, in allegato a un esemplare
della litografia citata nel testo, una descrizione del dipinto
(Descrizion e del Quadro collocato nella Grande Aula del
Senato di Torino..... ,
insieme alle
Ragioni del concetto del
quadro esprimente la pubblicazione del Codice Albertino,
del cavaliere e Professore
G.
B. Biscarra, Primo Pittore di
SM (CollezioneSimeom ,
D 1213 ).
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