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(Inv. 57.18). Un'altra opera della collezione Dal Pozzo, che ha mantenuto la sua illu–

stre paternità,

è

la

Vergine col Bambino, San Giuseppe, San Benedetto e la Maddalena

di

Alvise Vivarini ora ad Amiens al Musée de Picardie (Inv. 373). La collezione Dal

Pozzo era anche ricca di dipinti del

XVII

secolo romani, bolognesi e dell'Italia centrale,

ma ciò che ce la rende più interessante

è

la presenza di tele piemontesi e lombarde di

epoca rinascimentale, una

Testa del Redentore

e una

Vergine col Bambino, San Giusep–

pe e San Giovanni

attribuiti a Gaudenzio Ferrari, una

Mezza figura di donna che suona

la chitarra

di scuola del Luini e una

Vergine col Bambino, San Giovanni e San Giuseppe

attribuita a Bernardino Lanino.

Nella seconda metà del Settecento ebbe inizio la raccolta dei conti Bertolazzone

d 'Arache , originari del Fauchigny, un inventario della quale risalente al 1796 segnala

222 dipinti nella villa di famiglia e 166 nel palazzo torinese di via San Francesco d'As–

sisi 14. Vi si vedono primeggiare la pittura bolognese e romana del Seicento, ma

è

presente anche qualche esempio del secolo seguente, opere di Giaquinto, Panini e

Mengs. Non mancano nomi altisonanti e non controllabili, come quelli di Poussin e

Durer. L'interesse per l'arte locale è rappresentato da un

Gesù nell'orto

di Francesco

del Cairo, da una

Madonna

del Molineri di Savigliano, da cinque paesaggi del Cigna–

roli e da disegni del Palmieri. Negli anni quaranta la collezione, non più rispondente

all 'inventario citato , che rispecchiava lo stato del patrimonio ai tempi del conte Giam–

battista (1746? -1796) , era passata a suo figlio Gaetano, dal quale, senza eredi diretti,

fu trasmessa nel 1854 al nipote conte Lorenzo Castellani Varzi, che la disperse sul

mercato di Parigi nel 1858.

All'Ancien Régime

risaliva anche la raccolta d 'arte del conte Giuseppe Maurizio

Turinetti di Peù engo, che con testamento del 1793 la consegnò al suo erede omonimo,

Giuseppe Maurizio Turinetti signore di Cambiano. Da questo passò al figlio Brunone,

che la mantenne fino al 1857. La si poteva visitare nel palazzo di Priero in piazza San

Carlo. Anche in questa collezione, di cui si ha notizia da due cataloghi, e che le guide

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