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Negli elenchi delle guide non ricorrono tuttavia soltanto nomi di aristocratici, ma

anche quelli di ricchi proprietari come Lavaria e De Angelis, del sacerdote Gerolamo

Buzzi, dello storico ufficiale della dinastia Luigi Cibrario, dell' avvocato Antonio Gatti–

no e perfino quello di un «marchand droguiste», M. Doglio, che nei suoi appartamenti

angolo piazza delle Erbe aveva riunito, secondo quanto riferisce

il

Paroletti, dipinti di

Caravaggio, Holbein, Annibale Carracci e altri pezzi di paternità altrettanto prestigiose.

Più di tutti gli altri collezionisti però hanno segnato la cultura artistica torinese due

figure diverse, non di nobili o di ricchi possidenti, ma di artisti-conoscitori-mercanti:

Giuseppe Volpato (1798-1871) e Angelo Boucheron (1776 c. -1859), le cui private rac–

colte andarono a nutrire quelle reali.

li

primo fu incisore e restauratore, poi «conserva–

tore-artista dei disegni e delle stampe di Sua Maestà». Scremando i mercati d'arte in

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