

zione del sapone col grasso delle ossa, possedendo essi da un lato la soda fattizia , dall'altro questo
unto che si ricava dalla preparazione delle ossa per estrarne la colla, ed ottenere
il
fosfato di calce
14 .
Pur essendo stati i primi, i fratelli Albani non erano però gli unici a produrre fiam–
miferi; a insidiarli su questo terreno concorrevano anche Luigi Tabasso, che impiegava
circa
200
operai ed era inventore di una macchinetta per fare i fuscelli di legno di
pioppo «già lodata dalla
R.
Accademia delle scienze e da questa Camera [di Agricoltu–
ra e CommercioJ»15. E poi Pietro Bocca, che, nell 'impianto costruito sullo stradale del
Martinetto, «impiega[va] da
120
a
130
operai, e consuma[va] cinquecento chilogram–
mi di fosforo l'anno»16. E, ancora, Napoleone Antonietti la cui officina «occupa[va]
40 persone, tuttoché abbia ridotta la mano d'opera inventando un mezzo semplicissi–
mo che accelera l'immersione dei fuscelli nello zolfo fuso e nella pasta fosforica»' 7. Per
finire con le manifatture di Baudino e Camerano, alle Fontane di santa Barbara, e di
Vittorio Antonelli, sullo stradone di San Massimo. L'entusiasmo per il nuovo prodot–
to, molto più rapido e soprattutto sicuro dei precedenti sistemi di accensione, non
consentiva ancora di vedere i problemi e i pericoli che sarebbero derivati dalla mani–
polazione del fosforo , primo fra tutti la necrosi della mascella. Ma in quel momento
Torino, con i suoi stabilimenti, e con quelli situati nelle immediate vicinanze (Monca–
lieri e Trofarello) si accreditava come il maggior centro produttivo d'Italia.
Non bisogna però pensare che gas e fiammiferi avessero soppiantato completamen–
te i tradizionali sistemi di illuminazione. I tempi di adozione dell 'innovazione sono
normalmente lunghi, risentono di vischiosità e resistenze, comportano alti costi econo–
mici; con il risultato di rivitalizzare, almeno temporaneamente, prodotti il cui uso è
consolidato da tempo. Ecco allora che, sempre nel campo dell 'illuminazione, una
Interno di una fabbrica di birra in regione Valdocco, a Torino. Incisione in legno, in
FRANCESCO REULEAUX,
Le grandi scoperte.
La
chimica della vita quotidiana,
Torino, Unione Tipografica Editrice, 1891, p. 332.
14
1850, Quinta Esposizione d 'industria e di beUe arti
al casteUo del Valentino,
Giudizio della Camera d'Agricol–
tura e di Commercio di Torino e notizie sulla patria indu–
stria
(d 'ora in poi,
Giudizio 1850),
Torino, Tipografia
degli Artisti, 185 1, p. 67.
I~
Ibidem,
p.
71.
16
Giudizio
1844
cit. , p. 128
17
Giudizio 1850
cit. ,
p.
75 .
349