

«fabbrica per molti titoli ragguardevolissima»18 fosse quella dei fratelli Lanza, alla
porta d 'Italia, in corso Santa Barbara, dove venivano prodotte candele steariche, la cui
rinomanza «è cosÌ sparsa che non potrebbe mettersi in maggiore evidenza»'9_Anche in
questo caso, per contiguità, venivano sviluppate altre produzioni_ Già alla metà degli
anni quaranta la fabbrica dei fratelli Lanza produceva annualmente «da centoventi a
centotrentamila mazzi di candele steariche (di mezzo chilogramma il mazzo) , e trenta
mila chilogrammi di sapone, parte bianco a uso di Marsiglia, e parte bruno preparato
con l'acido oleico, residuo della preparazione delle candele steariche»20_
Ma ritorniamo al nostro visitatore_ C'è da supporre che, data l'abbondanza di sog–
getti da osservare, nel corso delle sue visite avesse avvertito il bisogno di ristorarsi.
Anche in questo caso non mancavano le novità, provenienti dall'estero, e riguardanti
la produzione della birra. Non che in precedenza la bevanda fosse sconosciuta, ma
essa era totalmente d 'importazione e per di più gravata di pesanti dazi d'ingresso. Con
l' apertura nel
1845 ,
in via della Consolata, dello stabilimento Bosio e Caratsch (torine–
se il primo; svizzero il secondo) , anche a Torino si assiste all'aumento «nella consuma–
zione di questo prodotto [... ] non tanto per imitazione di usi stranieri, quanto per le
particolari condizioni della birra che la rendono specialmente utile e gradevole
in
esta–
te»21. E
il
consumo doveva essere veramente forte , dal momento che lo stabilimento,
con trenta operai, era in grado di sfornare 7000 ettolitri di birra l'anno. Che se poi il
nostro visitatore fosse risultato allergico alle bevande alcoliche, avrebbe comunque
potuto ristorarsi con le acque «minerali artifiziali e limonee carboniche, o acque gazo–
se» che Carlo Lullin produceva nel suo impianto sito al numero
19
del baluardo di
Mezzogiorno, e smerciava in ragione di almeno 100.000 bottiglie l'anno. Risultato,
questo, reso possibile «per la bontà dei prodotti e la tenuità del prezzo che li rende
accessibili ai men facoltosi, onde ne viene molto esteso spaccio»22 .
Del resto,
il
consumo di bevande a bassa gradazione o addirittura analcoliche ben si
adattava alla fisionomia che Torino aveva iniziato ad assumere fin dai primi anni della
Restaurazione, dotandosi di viali, alberate e giardini, nei quali, specie nei mesi estivi,
era piacevole passeggiare e sostare. Un verde ancora sconosciuto all'inizio del
XIX
secolo alla cui realizzazione aveva dato, e continuava a dare, un notevole contributo, il
Regio Stabilimento agrario-botanico Burdin, avviato già nel
1822
dal fondatore Mar–
tin , giunto in città da Chambéry, e portato al successo dal figlio Maggiorino. Attività,
quella dei Burdin, imponente, articolata su tre distinti vivai: a san Salvario (piante
ornamentali); in regione Vanchiglia (principalmente gelsi); sulla strada per Stupinigi
(alberi di alto fusto e alberi da frutta) .
Appena meno imponente era, poi, l'attività di un altro Stabilimento agrario-botani–
co: quello dei signori Burnier e David, situato sulla strada per Rivoli, poco oltre porta
Susina «in gran parte destinato alla coltivazione dei gelsi che vi si trovano a migliaja,
specialmente quei delle filippine
(cucullata
Bonafous) , e i morettiani, vegetali, le cui
preziose qualità vengono ora assai decantate»23. Lo stabilimento Burnier e David era
sorto - sarebbe il caso di dire - per gemmazione dal Burdin. Come i titolari si affretta–
vano a precisare nella circolare dellOottobre
1837 ,
nella quale davano notizia dell'a–
pertura del nuovo stabilimento:
Douze années consécutives passées par n. Sr. Burnier dans divers Etablissements notables de ce
geme, entr'autres dans ceux de Messieurs Martin Burdin et
C.ieà
Chambéry
&
Lyon, et de Mes–
sieurs Burdin ainé
&
C.iedans cette ville, en qualité d'employé Chef de Cultures et Decorateur de
J
ardins pittoresques et autres, sont pour Messieurs les Commettants un sur garant d'une expérience
réelle et de connaissances approfondies
24 .
350
18
Giudizio
1844 cit. ,
p.
133.
19
Giudizio 1850
cit.,
p.
74.
20
Giudizio
1844 cit. ,
pp.
133-134.
21
Giudizio 1850
cit. ,
p.
72.
22
Ibidem,
p.
79.
23
G. CASALIS,
Dizionario
cit. ,
p.
171.
24
Circolare datata Turin, le 1er octobre 1837 (Colle–
zione Aschieri-Barossol.