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Fatture del litografo Michele Doyen e dell'orefice Carlo Balbino (ASCI,

Carte sciolte,

1337 e Collezione

privata).

infatti, anche le guide, come le manifatture, si erano moltiplicate. Se poi, per avventu–

ra, avesse fatto ricorso all'edizione 1848 della

Guida Marzorati,

si sarebbe certamente

dispiaciuto di non aver potuto visitare qualcun' altra delle oltre 1700 imprese in essa

riportate.

In ogni caso, non avrebbe avuto difficoltà a convenire che, a trent'anni dalla sua

prima visita, Torino si proponeva «con un incremento notevole di attività che [faceva–

no] pensare non solo ad una città che consuma e che produce più intensamente»56. Se

ne sarebbe tornato in patria recando con sé, anche se inconsapevolmente, l'immagine

di una città pronta ad affrontare

il

«decennio di preparazione».

56 P AOLO PIASENZA,

Corte Iabauda, devozioni e mer–

canti, alterni protagonisti di un tema politico,

in

ROSANNA

ROCCIA

e

COSTANZA ROGGERO B ARDELLI

(a cura di),

La

360

città raccontata. Torino e le sue guide ira Settecento e

Novecento,

Torino, Archivio Storico della Città, 1997, p.

176.