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G. CORNAND,

Tipografia Favale,

in via

del

Gambero

1.

Incisione in legno, in GUGLIELMO STEFANI e DOMENI–

CO MONDO,

Torino e suoi dintorni,

Torino, Schiepatti, 1852, p. 357 (ASCT,

Collezione Simeom,

G 14).

Ma per farsi un'idea approfondita della produzione culturale torinese, il nostro

visitatore avrebbe dovuto dedicare parecchio tempo anche ad altre tipografie e sotto–

porsi a discreti spostamenti. Come trascurare, infatti Chirio

&

Mina, anch' essi in via

Po? O Giovanni Battista Paravia? O gli Eredi Botta? O Giuseppe Favale? E il panora–

ma non sarebbe stato completo se egli non si fosse almeno affacciato ai due laboratori

che in quel momento primeggiavano nell'offrire i prodotti delle più recenti invenzioni:

la litografia e la cromolitografia. Il laboratorio di Michele Doyen, al n. 6 di piazza

Carignano, specializzato in riproduzioni artistiche; e quello di Giovanni

J

unck, di via

Accademia delle Scienze, che all' arte accoppiava anche la riproduzione, più modesta

ma altrettanto utile, di articoli commerciali. E siccome «i suoi prezzi sono così discreti

che fornisce mille bollette litografate in nero per soli

22

centesimi [e] analogo buon

mercato pei biglietti da visita»55 c'è da supporre che gli affari prosperassero.

Dopo aver tanto girovagato e tanto visitato, rientrato all 'Hotel de l'Europe per l'ul–

timo pernottamento, il nostro forestiero avrà certamente cercato di tirare le somme

del tempo trascorso a Torino. Quale bilancio avrà potuto trarre? Si può immaginare

che, abituato ai fasti della grande città d'origine, non sarà rimasto particolarmente

impressionato. Ma altrettanto sicuramente si può pensare che abbia apprezzato il

cammino compiuto dalla Città, dimostratasi capace di realizzare, in un arco di tempo

tutto sommato breve, un sistema manifatturiero più che dignitoso per la capitale di

una medio-piccola potenza come poteva essere considerato il regno di Sardegna.

Non sappiamo di quale guida si fosse servito questa volta; se, fedele alle abitudini

della giovinezza, si fosse avvalso dell'ultima fatica del Paroletti,

Turin

à

la portée de

l'Etranger,

nell'edizione rinnovata e accresciuta del 1834, o se avesse preferito avvaler–

si della più nuova, e moderna,

Guida di Torino,

di Davide Bertolotti; nel frattempo ,

55

Giudizio 1850

cit.,

pp.

90-91.

359